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Cifra pubblicata nella Gazzetta uffiziale di Torino, dal generale Fanti, comandante della spedizione. Ed egli di rimando: Abborro le bugie, perciò non leggo gazzette. libri, per non perdere l'originalit

Un giorno la Gazzetta di Lombardia, gli rimase infatti, perchè il direttore non sapeva come tirare più avanti e non poteva rendere al Caruso le somme prese in prestito da lui.

Vi risponderete, aggiungendo: che, quantunque dato dal Journal Français de Francfort e dalla Gazzetta d'Augsbourg, voi avreste della pena a credere a quelle notizie, se, trattandosi di una perfidia, la mano del principe di Metternich non vi fosse mischiata.

Fabio non seppe allora reprimere un moto di dispetto e stava per uscire senza accostarsi a nessuno, quando il Peronelli, redattore del Fieramosca, e il Sorani, corrispondente della Gazzetta Milanese, due giornalisti con i quali stava di consueto, gli fecero cenno di rimanere. Dunque è andato tutto bene? domandava il Sorani a Fabio.

Ah, ah, capisco! mormorò l'abate, i cui occhiali verdi erano volti verso il cembalo sul quale si trovava spiegata la Gazzetta. Ho osato toccare la regina! Tocchi di penna, e di penna d'oca... non lasciano traccie, figliuola... Andiamo... via! Ti hai per male che un vecchio, che ti vuol bene, ti dica un po' di verit

La sera del 10 Garibaldi arrivò a Bologna; non so, per altro, se spontaneamente, o invitato. Una gazzetta di que' giorni cosí descrive il suo ingresso: «Il generale Garibaldi è finalmente giunto fra noi. Ieri sera, alle nove, arrivava a Bologna. Una considerevole folla di popolo andava ad incontrarlo e distaccati dal suo legno i cavalli (ad onta delle ripetute istanze del generale) lo trascinava, quasi in trionfo, fino al Grande Albergo Reale, dove il Garibaldi fissava la sua dimora. Qui giunto, il popolo ripeteva piú volte fragorosissimi applausi ed evviva all'eroe di Montevideo, al valoroso campione dell'indipendenza italiana. I legionari del Garibaldi sono sempre alle Filigare, privi di mezzi e di risorse. Il generale Zucchi, ministro della guerra, giungeva egli pure ier sera in Bologna, reduce da Ferrara, senza per altro, lasciar trasparire nulla del suo arrivo». Il giorno 11, da Bologna, cosí scrivevano all'Alba: «Garibaldi fu incontrato alla Porta dal generale Latour, che lo accompagnò a piedi ed a braccetto fino all'albergo. Il popolo, con bandiere e torcie, faceva seguito e plauso». Lo stesso corrispondente dell'Alba tornava a scrivere due giorni dopo: «Il Governo Pontificio ha finalmente concesso alla legione Garibaldi di transitare pel suo Stato, consegnando le armi all'ingresso, per esserle restituite all'opposto confine». Quanto vi sia di vero in questa ultima condizione lo ignoro. Nella Gazzetta di Bologna del 14 si legge: «Ieri sera giunse in Pianoro dalla Toscana la colonna dei volontari italiani, che è sotto gli ordini del generale Garibaldi. Questa mattina , dopo aver pernottato in quel paese, ha preso di col

Quanto alle monete di puro rame, il tipo n'è somigliantissimo a quello delle precedenti. La [I[gazzetta]I] offrì a' miei studii tre variet