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Aggiornato: 16 luglio 2025
È lei il responsabile. Lei deve pagare. Io non voglio conoscere altri che lei. A tale minaccia il giovanotto sorrise e negli occhi gli passò un lampo che l'usuraio colse a volo. Stia bene in gamba, giovinotto. Lei crede di avermi imbrogliato allegramente, perchè non è ancora maggiorenne? Ma io lo faccio metter dentro. Lo faccio metter dentro, perchè ha garantito colla sua firma un nome falso.
Passò così il 29, e la mattina del 30 il Serafini, insofferente della mancanza di notizie del Guelfi, che a lui pareva prolungata, ed era naturalissima, mandò un espresso al Bagno per sapere qualche nuova dal Martini. Ma il Martini ne sapeva quanto lui, e gli rispondeva sempre calmo, sempre prudente con la seguente lettera senza data, senza firma, senza indirizzo: «Pregiatissimo,
Trovo che assomiglia di più alla tua firma quando la scrivo io, che quando la scrivi tu, diceva Adele. Indi le poesie e le lettere d'amore venivano lette e commentate con squillanti risa; e infine le lettere di affari si mettevano via e nessuno le leggeva. Era tanta la gente che veniva a parlare a Nancy di ciò che essa aveva scritto, che non le restava più il tempo di scrivere cose nuove.
Per nulla; conosco uno scrittore lugubre che firma Momo, un materialista che si chiama Psiche ed un uomo di spirito che perpetua il tipo di un imbecille! Lasciamo correre: credete che uno pseudonimo possa andare ai posteri? La letteratura moderna ha troppa fretta per pensare ai posteri gli dissi. E la gloria? Bah! È un pezzo che la critica l'ha abolita.
Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri all'udire che il Re domandava dei conti a chi gli ha regalato un Regno. Questi sono i celebri conti del grande Capitano, i cui originali stanno nelle mani del Conte di Altimira. Uno dei conti originali con la firma autografa del gran Capitano esiste nel Museo militare di Londra, dove con gran cura vien custodito.»
Vi mostrerò anche la data, anche la firma, se sar
Questa volta lo studente di matematica firma senza titubare e suggella il tutto con una lagrima che gli sgocciola di nascosto, «Buona Costanza!
Prese in quella vece la lettera e l'aperse. Era sottoscritta «un amico»; la solita firma degli anonimi. Questo amico mandava da Torino al signor Amedeo le più brutte nuove del figlio, della sua scioperataggine, dei suoi debiti e via discorrendo. Un cenno intorno al probabilissimo esito degli esami, disse abbastanza chiaramente ad Ariberti che l'anonimo era un compagno di Universit
Horimondo aveva bisogno di una di lei firma per poter vendere una casa che formava parte della dote di lei. Infine dopo una settimana di costanza e di scioccherie infinite, il marito, esposto il suo progetto, rimase tutto sconcertato perchè la moglie invece di accondiscendere subito, come aveva sperato, disse che abbisognava anche il consenso di suo padre.
Il signor Trebeschi metteva la sua riverita firma, e lui teneva la cambiale chiusa, sepolta in fondo al cassetto, per tre mesi, per, sei mesi, per un anno. E nessuno concluse il Facchinetti deve saper niente dei nostri interessi. Sì... Sì... Bravo; facciamo così. Oh Dio!... Il signor Daniele cominciava a respirare. Io le pagherò subito gli interessi della rinnovazione...
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