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Aggiornato: 28 luglio 2025


Buona donna, se altro non mi di', altro non te rispondo. SAMIA. Fingi non intendere, eh? LIDIO femina. Io non te intendo ti conosco e manco d'intenderti e conoscerti mi curo. Va' in pace. SAMIA. Discretamente fai, certo. Alla croce di Dio, che io glie ne dirò bene. LIDIO femina. Dilli ciò che tu vuoi, pur che dinanzi mi ti levi in la tua mal'ora e sua. SAMIA. Va' pur .

Mel so. FANNIO. Vestita come tu. LIDIO femina. E poi? FANNIO. Quando seco in camera sarai, fingi avermi a dire qualche cosa e fuor di camera vieni. Tu resterai di fuori in loco mio, nota, ed io in tuo scambio entrerò in camera: ove essa, sanza barba trovandomi, al buio non discernerá chi si sia, o tu o io.

Mi pare ella continuò con una specie di allarme: che mentre il volto ti è rimasto giovane il tuo cuore abbia maturato assai. Non ridi più come una volta alle facezie di Pietro e quando io ti narro quello che so, fingi di ascoltarmi ma io vedo bene che non t'interessa. Appena l'anno scorso, guarda, avresti giuocato ancora a mosca cieca! Cara Orsola, dobbiamo restare bambini tutta la vita?

Sediamo, tacendo, sul queto balcone che guarda il giardino: io cucio, e tu fingi di leggere: ti gioca la bimba vicino. Rintoccan da lungi le piane campane de l’Ave Maria. Un’ombra ci scende su l’anima, non sai, non sappiamo che sia;

121 Mostrò turbarse l'inclita donzella, per prenderne piacer, come si prese; e rispose a Zerbin: Mia donna è bella, per Dio, via più che tu non sei cortese; come ch'io creda che la tua favella da quel che sente l'animo non scese: tu fingi non conoscer sua beltade, per escusar la tua somma viltade.

Vani i tentativi di moderare quella gran fiamma, inascoltati i consigli, inefficaci i conforti. «Vincerai! Amore a nullo amato amar perdona!...» gli aveva detto, nel vederlo disperato, smarrito, perduto; ma sorrisi amari avevano accolto le assicurazioni. «Fingi d'allontanarti!

GERASTO. Io non dico che non intendo la voce, ma non intendo quel che dici. FACIO. Che parlo ebreo, greco o arabico, che non m'intendi? GERASTO. Parli come me, ma non intendo che dici di trenta scudi e di vesti. FACIO. Tu sei peggio che sordo, che il peggior sordo è quello che non vuole intendere. Tu sarai forse pentito di aver fatto sicurtá di trenta scudi, e fingi non intendere.

SQUADRA. Vo' che tu, vecchio, fingi chiamarti Teodosio, e tu, giovane, Eugenio e che sii suo figlio; e vo' che diciate che siate or ora scampati di man di turchi, e che abbiate rotto la prigionia e siate venuti a Napoli per veder se fusse viva una tua moglie chiamata Sennia e una figliuola Olimpia.... TEODOSIO. A ponto questo?

, ma io conosco bene Giacinta: se sabato sera non mi vede, sta pur sicura che domenica mattina, alle sette e nove minuti, ecco che arriva a Genova. Eh, la conosco, io. Anche a questo c'è rimedio: perchè non fingi una partenza improvvisa? un viaggio? Ci avevo pensato: ma lei, se le dico che sono andato, mettiamo il caso, a Milano, aspetter

Tu, Ronchilio, aspetta qui il vignarolo che esce di camera, fingi esser amico di Guglielmo, dágli questi dieci ducati con dir che gli dovevi dar a lui, per fargli piú credere che sia Guglielmo. RONCA. E volete che io perda i dieci ducati? ALBUMAZAR. Quali? che asino! Tu, Arpione, con quel braccio contrafatto toglili.

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