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In mezzo a tali feste giunse a Roma la notizia dell'esecuzione dell'arciduca Massimiliano, al Messico. Essa produsse un'impressione enorme. Molti clericali espressero, con soddisfazione, l'opinione che la morte di questo infelice principe fosse, per l'imperatore Napoleone, una specie di testa di Medusa; come egli aveva tradito Massimiliano, egli era pronto a tradire il pontefice!

«Io nato in Milano, sotto il felice governo di Casa d'Asburgo, ben so che i generali austriaci sceglievano i giorni delle condanne di patrioti per indire feste e banchetti, a provocazione e sfida del sentimento cittadino.

Ella contemplava quasi con gioia la distruzione di quel foglio di carta, che la rallegava ad un mondo sconosciuto. Il principe portò ambe le sue mani al volto, e scomparve dicendo: Povero me! Noi passiamo oltre la descrizione delle feste. Lo tzar Nicola e la tzarina mandarono un monille di diamanti alla giovane sposa, ed un invito pel castello dell'Hermitage.

Io non desidero in nessun modo le feste gli sfarzi del gran mondo. Li desidero ben io per te... Come! a te non piacerebbe di venir meco... non foss'altro che per istare insieme? Ah, Gustavo! Potremmo stare insieme tanto bene e con maggior abbandono, qui, nella nostra casa!...

Ah! dite lor che scordino Quest'efferata usanza; Che a feste meno stolide Rivolgan la speranza; Che verr

E qui venivano altri particolari. La mattina del 17 giugno gruppi di curiosi si fermavano a leggere la Notificazione dellillustrissimo signor Gonfaloniere di Firenze» che annunziava grandi e nuove feste per la ricorrenza del Santo Protettore.

Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, ma non interruppe il movimento rivoluzionario del partito d'azione, al quale le feste di Roma avevano acuito la smania di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto la condotta del governo francese rafforzava la concorde aspirazione degl'Italiani; quel governo sembrava partire dal concetto che l'occupazione di Roma durasse ancora per mezzo della legione di Antibo. Non solo il generale Dumond era venuto a Roma per passare in rivista questa legione, che numerose diserzioni avevano mezzo disciolta, ma la pubblicazione di una lettera del maresciallo Wiel al colonnello d'Argy mostrava come queste truppe al servizio del Pontefice fossero considerate ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, alla fine di agosto, una nota di Rattazzi al Gabinetto di Parigi, nella quale egli faceva voti perchè il Governo francese non aumentasse le difficolt

Quest’esempio induceva un certo Gentile a tenere, sotto il Vicerè Fogliani, una clamorosa festa, molto lodata e molto biasimata. «Se le fanno i nobili le feste, avr

Nulla di comune colle feste popolari dei paesi civili.

Ah! disse, sono le sette e mezza, manca un'ora all'apertura della festa; mi avete abbigliata troppo presto: mi noiano tanto queste feste, queste ricercatezze!