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Aggiornato: 23 luglio 2025
Falco, dopo quel dì delle feste per la vittoria, ritornato colla moglie e la figlia alla sua capanna della rupe, aveva durato alcun tempo nella determinazione gi
Il mio capitano si è munito di due lampadine elettriche. Dopo avere seguito per 10 minuti un tortuoso camminamento sotto il cielo sibilante e lampeggiatissimo giungiamo ad un vero pozzo di miniera. Curvi ci inoculiamo in una galleria tutta stillante su un terreno sempre più sdrucciolevole. Il pozzo scende nella spina dorsale di un costone fortificato. Riconosco ormai il cammino che ci deve condurre alla famosa Dama al Balcone. Infatti dieci passi dopo sbocchiamo nel fulgore sfarzoso di centomila feste da ballo riunite. Sono i centomilioni di candele del massimo proiettore che sorveglia le posizioni Austriache in Val D'Astico. Pausa abbacinante. Poi sentiamo la danza furibonda e il ta-ta-ta-ta-t
Quello che importa son le feste, coi loro apparati, organi, musiche, i loro canti da eunuchi. Eppoi son così splendidi negli adornamenti, così incensati tutti quanti quei graziosi ministri del Carpentiere di Galilea, dal sagristano al papa! Ed il paradiso apertissimo a tutta cotesta canaglia lo contate per nulla?
La vendetta è un peccato, figliuol mio, quando ella non giova ad altri che a noi, quando non serve a Dio; ma la vendetta che giova alla sua causa, è buona. Non si chiama egli il Dio delle vendette? Date tempo al tempo, e vedrete come sapremo conciarli pel dì delle feste. Ma io ho bisogno di far presto! rispose il Collini, digrignando i denti. Sentite, padre mio, come il cuore mi batte.
Il principe di Lavandall forse contrariato la prima volta di non incontrare lo scultore e d'incontrare sua madre ne fu ammaliato la seconda volta. Di poi, egli non si recò più allo studio che quando Filippo e la principessa non vi erano. Il principe Pietro invitò alle sue feste lo scultore e la sorella, e qualche altro artista di Roma. Arrivò ciò che era inevitabile.
Un mondo di progetti, carrozze, vesti di lusso, vezzi di gran costo, feste da ballo, teatri, ed altri peccati veniali dell'ambizione. Minaccia il tifo. E tosto il fratello di Lei affezionatissimo, colla sua «arte crudel di fabbricarsi affanni» vede in questo fatto una sicura, imminente sciagura. Egli non era mai stato superstizioso, ma, che volete, era poeta, era fantastico.
Faccia il suol ridere Di bei colori Vaga famiglia D'erbe e di fiori. Disse, e all'augurio Dal manco lato Fe' plauso il fulmine Nunzio del Fato: Sparir le nuvole Che al ciel fean velo, E un riso parvero La terra e il cielo. Così giulivi si menavano i giorni dell'autunno fra le feste della campestre innocenza.
Ella, del resto, non ha ancora guadagnato il privilegio di fare a modo suo. Che cosa intendereste di dire? Solamente questo, che la gaia vita delle feste e dei ricevimenti, con tutti i pericoli che ne derivano, si può e si deve rimandarla ad altro tempo; a quel giorno, che arriva pur troppo, e per tutte, in cui le ebbrezze son dissipate, ma almeno la famiglia è assicurata.
Intanto che si sviluppò e si sciolse questo intrigo che abbiamo raccontato, nelle sale delle feste era avvenuta cosa di ben più grave momento.
Un centro direttivo nella Capitale dell'isola, celebre per le patriottiche iniziative: 2. Mezzi economici sufficienti alla propaganda colla stampa, coi viaggi, con attiva corrispondenza, sussidi e feste;
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