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Aggiornato: 17 giugno 2025
Dietro al convoglio, come la morale dopo la favola, veniva Ariberti, tenendo ancora la sua pistola nel pugno.
GIRIFALCO. Ecco, or costui mi vuol brugiar di qualche bolognino con queste parolette: ché son fatti come 'l tizzone. Ma son bene allegro, se mena il negromante. Entrerò in casa: ché mi par di sentire un ventarello non molto sano. Siro servo, non introdotto in altro luogo che in questo, parlando con Timaro, apre e dá lume a la favola: e questo è costume degli antichi comici. SIRO. TIMARO servi.
Eschilo ebbe d'uopo d'una favola per scrivere il Prometeo, che gli riuscì grande oltre i confini della medesima.
CALANDRO. E tu se' mai morto? FESSENIO. Oh! oh! oh! oh! Mille millanta, che tutta notte canta. CALANDRO. È gran pena? FESSENIO. Come el dormire. CALANDRO. Ho a morir, io? FESSENIO. Sí, andando nel forziero. CALANDRO. E chi morirá me? FESSENIO. Ti morirai da te stesso. CALANDRO. E come si fa a morire? FESSENIO. El morire è una favola. Poi che nol sai, son contento a dirti el modo.
¶ Secondo alcuna favola d'Ovidio, Narcisso fu un bellissimo giovane, il quale, alcuna volta veggendo sè medesimo ispecchiandosi in una fontana, tanta vaghezza, di sua vista comprese che non partendosene finalmente quivi la morte comprese, per cui asemplative ciascuna fontana suo specchio s'appella.
Tu che vai sempre a cercarmi in Grecia gli argomenti delle tue commedie? La burrasca si volge su me! Dei buoni! Ma i poeti, nelle commedie, fanno tutti così. Spacciano i fatti loro come avvenuti ad Atene, acciò la favola paia più facile a mandar giù.... Piace il greco? Diamo alla commedia il sapor greco; ma sia romano l'amaro; questo è l'essenziale.
O maladetti piaceri, che si gustano in amore; ché, se pur alcun se ne gusta, vien sempre mescolato con la paura di aver a finir fra poco tempo; anzi, quanto piú ti vedi amar fuor di misura, piú dá certo presaggio d'aver piú tosto a finire. E la fortuna, per esser femina, è sempre instabile e inconstante. Sperava questa sera sposarla: ecco la nostra favola ha mutato faccia.
La rammentate, la favola di quella bella principessa a cui una fata benigna aveva concesso di poter leggere nel cuore di tutti, fino a tanto che ella potesse veder chiaro nel suo? Un giorno la principessa si svegliò più triste dell'usato; guardò nel suo cuore e ci vide torbido. La poverina era innamorata. La favola dice che da principio ella non sapeva darsene pace; ma che poi ne fu consolata dalla sua protettrice. Che ti giova, le disse la fata, di leggere nel cuore di tutti? Le più grandi soddisfazioni della vanit
AP. No, perchè quella samosatena è mera fabula, e nondimeno ella va attorno sotto nome di vera narrazione; ma sono anco molte cose così incerte, così doppie e varie in voce degli uomini, che paiono essere poco differenti dalla favola.
Aggiunge la favola, che il lupo passò, e rimase preso; forse non è probabile, che passi Napoleone; staremo a vedere.
Parola Del Giorno
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