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Aggiornato: 1 maggio 2025
«E te sia rea la sete onde ti crepa», disse ’l Greco, «la lingua, e l’acqua marcia che ’l ventre innanzi a li occhi sì t’assiepa!». Allora il monetier: «Così si squarcia la bocca tua per tuo mal come suole; ché, s’i’ ho sete e omor mi rinfarcia, tu hai l’arsura e ’l capo che ti duole, e per leccar lo specchio di Narcisso, non vorresti a ’nvitar molte parole».
<<E te sia rea la sete onde ti crepa>>, disse 'l Greco, <<la lingua, e l'acqua marcia che 'l ventre innanzi a li occhi si` t'assiepa!>>. Allora il monetier: <<Cosi` si squarcia la bocca tua per tuo mal come suole; che' s'i' ho sete e omor mi rinfarcia, tu hai l'arsura e 'l capo che ti duole, e per leccar lo specchio di Narcisso, non vorresti a 'nvitar molte parole>>.
¶ Secondo alcuna favola d'Ovidio, Narcisso fu un bellissimo giovane, il quale, alcuna volta veggendo sè medesimo ispecchiandosi in una fontana, tanta vaghezza, di sua vista comprese che non partendosene finalmente quivi la morte comprese, per cui asemplative ciascuna fontana suo specchio s'appella.
Le cui ardenti e fiammanti qualitadi figurativamente significano le superflue caldezze false che in loro animo si conservano. Tu hai l'arsura, e 'l capo che ti duole E per leccar lo specchio di Narcisso Non vorresti a 'nvitar troppe parole
«E te sia rea la sete onde ti crepa», disse ’l Greco, «la lingua, e l’acqua marcia che ’l ventre innanzi a li occhi sì t’assiepa!». Allora il monetier: «Così si squarcia la bocca tua per tuo mal come suole; ché, s’i’ ho sete e omor mi rinfarcia, tu hai l’arsura e ’l capo che ti duole, e per leccar lo specchio di Narcisso, non vorresti a ’nvitar molte parole».
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