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Aggiornato: 17 giugno 2025


Cosi è: Ogni disuguaglianza amor fa pari, dice il poeta. Qualche cosa di simile cantò con la solita eleganza il signor Torquato Tasso, nella sua favola boschereccia: ricordatevene Duca?

Or questo serva in vece di prologo, ché l'argomento della favola lo vedrete minutamente spiegato da questi che vengon fuora.

Di quale Margherita di Francia intendesse parlare, che relazione corresse fra questa e il duca di Borgogna, come quella favola bastasse ad infeudare il castello alla casa Borgognona, l’oste non mi seppe dire. Mi rifece la storia del serpe tre o quattro volte, sempre colle stesse parole e tirandola sempre alle stesse conclusioni.

Scilla, racconta la favola, fu ninfa, e di lei innamorò Glauco dio marino; il quale non le potendo toccare il cuore ebbe ricorso a Circe maga, che gli compose certo suo filtro da mescolarsi con l'acqua della fontana dove la ninfa si bagnava. Scilla, entrata nel bagno, si trovò cangiata in mostro con sei bocche e sei teste, ed una cintura di cani le si cinse alla vita. XII. v. 85 e segg.

Così rispose Pietro che rappresentava in casa mia il senno e la prudenza e forse per non lasciar svanire l'effetto del consiglio, durante gli ozî del pomeriggio festivo, raccontò ad Alessio la favola del lupo che si era messo una pelle di pecora per poter penetrare nell'ovile. Pietro gli dissi ridendo tu sei pessimista. A udirti bisognerebbe diffidare del mondo intero.

Padre mio le vostre parole mi ridonano gli spiriti. Ascoltatemi dunque, perocchè io sia venuta appunto per favellarvi dei vostri nepoti. Voi vedete in me una madre desolata, una vera madre del Pianto. Di me non parlo. Non badate a questo abbigliamento vilissimo, per cui divenni favola poco anzi dei vostri medesimi staffieri.....ma sappiate che i figliuoli miei, i nepoti vostri, non hanno vesti che bastino a cuoprire la loro nudit

Levasi da 'l gran letto in su l'aurora la mia donna; e la sua forma ninfale tra le diffuse chiome a l'aria odora e a 'l sol risplende più bianca del sale. Tutta di gocce tremule s'irrora ne 'l lavacro di marmo orientale. Miran le statue a torno quella pura forma e tessuta ad arte in su le mura ride la greca favola d'Onfale.

Ecco, passa spiata la fanciulla e vien presa. Vien presa ed il garzone ratto corre a baciare: la gentile prigione non rifiuta le care labra ai baci, s'è presa. E amor, fanciulle, occhieggia malizioso nel folto: ivi gode e dileggia. La captiva il bel volto rubicondo ha rivolto amante all'amatore.... e prende il cacciatore: la favola è nuova.

Morale della favola; diss'egli ad un certo punto tra . Imparate, o giovani, a non lasciar chiusa una lettera che abbiate ricevuta. Meglio è morire sul colpo, che patire un'agonia di due ore. E madonna Bianchinetta e Fior d'oro, che parevano essersi scordate di quel misterioso letterone!

I denari non duravano molto nelle tasche del Garasso. Contrariamente a quella tal borsa della favola, dove tanti ne toglieva il felice padrone, altrettanti ne germogliavano dal fondo, quella del nostro Adone, più egli ce ne metteva, più sempre era vuota.

Parola Del Giorno

dell’esule

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