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E di su 'l davanzale della finestra, tra un vaso di menta e i fascicoli d'un romanzo illustrato, il gatto di casa, che aveva trovato il suo posticino al sole, la contemplava, ammiccando. Un'afa sciroccale pesava sul cortile silenzioso: le ore d'un torrido pomeriggio scorrevano lente. Improvvisamente suonò, breve, una voce.

In casa sua, dove prima entrava appena qualche romanzo francese, del Montepin, del Merouvel e simili, prestatogli da questo o quell'amico, ora si accumulavano giornali, opuscoli, fascicoli di riviste mediche, opere in più volumi, con figure, intorno ai diabolici microbi, dai quali egli voleva guardarsi e difendersi finchè fosse stato possibile.

Quando vi era, ella frugava dappertutto, guardava ogni cosa, apriva i fascicoli di musica e li percorreva lungamente con lo sguardo, come se avesse saputo decifrare le note, toccava quasi paurosamente i tasti del cembalo, faceva mille domande cui Guglielmo rispondeva talvolta ridendo, talvolta cupo; e sopratutto lo guardava lungamente come se nel suo viso avesse trovato la spiegazione di tutto ciò che le riesciva incomprensibile.

I fascicoli accuratamente legati in carta rosea, con un grosso numero nero, romano, in cima, si ammucchiavano sullo scrittoio a fianco di un ritratto di Bice, chiuso in una cornice di bronzo inverdito, elegantemente severa nel disegno. Egli sedette sulla poltrona, innanzi alla piccola candela.

«Egli mi ringraziò con uno sguardo, poi cercando fra i fascicoli di musica l'aria della Straniera che era stata causa del suo malumore, e mettendola sul leggìo, mi disse: « Canti un poco per riposarsi dallo studio. «Compresi che voleva così ringraziarmi secondando una mia predilezione, e cantai.

Quel numero, eguale del resto ai fascicoli domenicali di vari grandi giornali americani, si componeva di centosettantotto colonne, per la cui composizione erano occorse più di duemila libbre di caratteri e per la cui stereotipia s'erano fuse dieci tonnellate di metallo.

È qui, rispose mostrandoglielo fra i fascicoli della sua grand'opera: tutto ciò che mi resta! Ma correggendosi: sai, le fotografie si scolorano alla luce, è stato per questo. Margherita parve crederlo. Ma perchè non va piuttosto a trovarla in campagna? Si direbbe che non le voglia più bene. Lasciami, ho bisogno di lavorare.

Al domani, avvezza a levarsi oramai all'alba, fu in piedi prestissimo; aveva un mondo di cose da fare diceva quando ebbe dato il miglio e l'acqua fresca ai canarini, e messo in ordine la guardaroba, si guardò intorno, non trovò più faccende. Prima del mezzodì fu costretta a spolverare vecchi fascicoli di musica ed a risvegliare gli echi sonnacchiosi del suo pianoforte rauco.