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Aggiornato: 21 giugno 2025
La miserella intra tutti costoro pareva dir: <<Segnor, fammi vendetta di mio figliuol ch'e` morto, ond'io m'accoro>>; ed elli a lei rispondere: <<Or aspetta tanto ch'i' torni>>; e quella: <<Segnor mio>>, come persona in cui dolor s'affretta, <<se tu non torni?>>; ed ei: <<Chi fia dov'io, la ti fara`>>; ed ella: <<L'altrui bene a te che fia, se 'l tuo metti in oblio?>>;
Dammi l’oblìo di me, fammi novella come in Aprile un cespo di mentastri, tu, che misteri di foreste e d’astri sai, ma null’altro sai, dolce sorella.
O sommo Dio, fammi sentir cordoglio prima d'ogn'altro, che di questo danno. Se questo è ver, con le mie man mi toglio la vita, e l'alma disperata danno. Così, piangendo forte e sospirando, seco dicea l'addolorato Orlando.
Andiamo via!... suggerì Perez, smanioso. Fermiamoci alla dogana, fammi il piacere! No! gli rispose con voce dura, che non ammetteva insistenze.
Accorgendosi che con quei mezzi non veniva a capo di nulla, Pietrino cominciò a cantar forte una canzonetta scolastica, interrompendo e perciò confondendo Alessio che ripeteva, anche lui a voce alta, la sua lezione di storia. «Ed il Signore disse ad Abramo.... «Qual è la patria dell'italiano? Pietrino, fammi il piacere, canta adagio, non mi fare sbagliare. «Prendi il fanciullo....
vita beata che ti stai nascosta dentro a la tua letizia, fammi nota la cagion che sì presso mi t’ha posta; e dì perché si tace in questa rota la dolce sinfonia di paradiso, che giù per l’altre suona sì divota». «Tu hai l’udir mortal sì come il viso», rispuose a me; «onde qui non si canta per quel che Bëatrice non ha riso.
Mastro Jacopo, prima di mettersi e tavola, tirò in disparte il prediletto discepolo e gli disse: Orbene, t'è venuta l'idea? Sì, maestro, è venuta. E ne sei contento? Spinello fece un cenno del capo, che voleva dire: così così; ma le sue labbra si atteggiavano ad un malizioso sorriso. Ah, briccone! esclamò il vecchio pittore. Tu sei contento e non vuoi confessarlo. Fammi vedere il disegno.
Fammi questo favore, non glielo dire, prendili: me lo fai proprio per piacere. Sì, ma te li restituirò. Sì, sì, purché li prendi, ora. Digli che venga, poi, stassera, che non se lo scordi. Glielo dico, glielo dico.
Se mai ti venne in cuor del mio lungo servire poco ricognosciuto e de la fede e di quanto per te giá mai soffersi amando e di giá tanti spesi giorni ne' tuoi servigi render qualche cambio, mostrami tutto in questo; e fammi grazia d'una parola. FRONESIA. Ve' che bella predica! Cosa appunto da lui, oh! far l'amore a una pignata e voler convertirla con sí belle parole!
Ma ecco che, questa volta, riperde ancora una partita e doppia. Fammi il piacere! grida al generale manda a vedere se tuo figlio dorme, se no è inutile! Il generale, per compiacenza, manda la cameriera per informazioni.... Il figlio è gi
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