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Aggiornato: 15 giugno 2025
La notizia dell'andata del Baglione a Roma e della sua cattura, e del processo, presto, come dovea succedere, si divulgò e per la prima volta giunse all'orecchio di Manfredo quando questi ebbe a passare per Faenza.
Era stato in una fosca notte di temporale scelta abilmente dall'eroico prete. Se ne ricordava egli in quel momento, mentre tutta Faenza applaudiva e tutta l'Italia fremente e l'Europa stupita ripetevano il suo nome raccontando l'epico aneddoto di quella notte?
Sorge Totila da Verona con cinquemila uomini, batte e disperde i duchi greci a Faenza, s'allarga prendendo cittá in Emilia, in Toscana; poi gira intorno a Roma e Napoli, corre tutto il mezzodí; torna su Napoli, la piglia e non la saccheggia. Chiaro è: i goti rinnovati dalla sventura, erano ridiventati non solo forti, ma piú miti e migliori in tutto che i greci.
Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? quando in Faenza un Bernardin di Fosco, verga gentil di picciola gramigna? Non ti maravigliar s'io piango, Tosco, quando rimembro con Guido da Prata, Ugolin d'Azzo che vivette nosco, le donne e cavalier, li affanni e li agi che ne 'nvogliava amore e cortesia la` dove i cuor son fatti si` malvagi.
Fuori le frutta nei tempi passati significò ordine, di strage a tradimento, ed eccone il perchè. Alberigo dei Manfredi, Signori di Faenza, nella sua ultima et
Se fossi domandato "Altri chi v'era?", tu hai dallato quel di Beccheria di cui sego` Fiorenza la gorgiera. Gianni de' Soldanier credo che sia piu` la` con Ganellone e Tebaldello, ch'apri` Faenza quando si dormia>>. Noi eravam partiti gia` da ello, ch'io vidi due ghiacciati in una buca, si` che l'un capo a l'altro era cappello;
Potremmo anche ridere alla vecchia giamberga attaccata ai rastrelli della nuova pescheria da un cenciaiuolo, unico, solitario compagno di un portatore di roba di Faenza nella piazza Marina, quando nel Vicerè Caracciolo sorse la infelice idea di un pubblico mercato in quel luogo, triste pei ricordi del S. Uffizio, disagevole per il sole di estate e le piogge d’inverno, e quindi rimasto deserto¹⁷⁶.
Quando in Bologna un Fabbro si ralligna? quando in Faenza un Bernardin di Fosco, verga gentil di picciola gramigna? Non ti maravigliar s’io piango, Tosco, quando rimembro, con Guido da Prata, Ugolin d’Azzo che vivette nosco, le donne e ’ cavalier, li affanni e li agi che ne ’nvogliava amore e cortesia l
Eranvi allora entrate Milano, Bologna, Piacenza, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Brescia, Faenza, Mantova, Vercelli, Lodi, Bergamo, Torino ed Alessandria, ed accostatesi poi parecchie altre, Venezia stessa.
E fu pugnalato Galeotto Manfredi, ma rimase pure ad Astorre suo figliuolo la signoria di Faenza. Piú che mai si vede l'inutilitá dei delitti: le cose continuano ad andare, mutati i nomi, per il lor verso; e continuarono allora per quello dei principati fermi ereditari. Il solo acquisto che se ne facesse, fu d'infamia. Noi paghiamo il fio delle colpe de' maggiori. È giustizia? Non lo so.
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