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Le sue ossa piegan sotto cordami simili a budella. Accorrete dunque in folla, o case scellerate dalle facce forate di pupille febbrili!... Inarcate le vostre braccia e i vostri tetti coperti di tegole... Issatevi le une sull'altre, per assaporare il sublime spettacolo della mia morte!

C'era poi, sopra l'insegna di un magazzino, il grande orologio di Riccio, che luceva da tutte e due le facce, pallido come la luna, e faceva venir la malinconia, malgrado vi fossero sopra due grandi ali dorate come quelle degli angioli a lato dell'altare maggiore.

Passo aggressivo, fucili e tascapani fioriti, tutte le trombe al cielo spinte su dalle rudi facce di cuoio lucenti di sudore. Sopra, squilla il sole come la più bella tromba bersagliera lanciata in alto nel ritmo danzante della marcia.

No, per grazia del cielo; ma quali inconvenienti potevano succedervi? Eh! signora mia, dico per causa delle maschere; chi sa mai quali facce si nascondono sotto la visiera? La vostra riflessione mi convince: buon Dio! sono tre giorni che non vi fate vivo; se foste venuto, io avrei profittato del vostro consiglio, e il mio quartiere sarebbe stato chiuso alle genti immascherate.

Subitamente gli Alcool, ritti intorno a noi, gesticolan dimenando la pancia e le tonde facce apoplettiche simili a culi di vecchie scimmie, e parlan tutti insieme per aver tutti ragione.

Nella via, sulla porta, sotto l'atrio, crocchi di operai, colla pipa in bocca, l'aria ironica di sfida, le facce nere arse dal sole, burbanzose e minacciose: gruppi di braccianti più laceri, più estenuati; qua e l

Ma la mite virtù del sole a poco a poco pacificò le ire. Nell’ampia strada venivano, uscenti dalla chiesa, le femmine del contado tutte in vesti di seta multicolori e coperte di gioielli giganteschi, di filigrane d’argento, di collane d’oro. Lo spettacolo di quelle facce, rubiconde e gioconde come grandi pomi, rasserenava ogni animo.

Ma invece co' la storia universale Nun ci hai da facce manco er paragone, Ché ce trovi scritto er naturale De li fatti de tutte le persone. Vedi noi? Mo noi stamo a fa' bardoria: Nun ce se pensa e stamo all'osteria... Ma invece stamo tutti ne la storia. E pe' questo m'ha sempre soddisfatto, Perché in qualunque storia ch'uno pîa, Tu nun legghi 'na storia; legghi un fatto.

E 'l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna la gitto` dentro a le bramose canne. Qual e` quel cane ch'abbaiando agogna, e si racqueta poi che 'l pasto morde, che' solo a divorarlo intende e pugna, cotai si fecer quelle facce lorde de lo demonio Cerbero, che 'ntrona l'anime si`, ch'esser vorrebber sorde.

Giovanni, al racconto di lui, teneva il volto accigliato e severo in modo che, battendogli il raggio della luna in fronte, fealo assomigliare a quelle facce di bronzo delle statue di qualche antico guerriero.