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Aggiornato: 15 giugno 2025


Sotto l'Arco il cavalcante attendea con i due bai. Con pronto atto elegante voi balzaste, ch'io pensai: Quante volte ne' selvaggi parchi il cervo ella inseguì? Dolce cosa al fianco suo galoppar tra gli allalì! Voi chiedeste, con un riso ne' belli occhi: Dunque andiamo! Era bianco il vostro viso, bianco assai. Risposi: Andiamo. Ma facean altre parole gran tumulti in fondo a me.

Egli così le inferne Sfere lasciando e le pugnaci erini, Che mortali accendean l'ire fraterne, E d'ombre orride e d'ossa Tarda e incerta facean l'orma ai destini, Errò, divo mendico; al ciel co' carmi Surse, e attinta del Ver l'aura e la possa, A inaspettati eventi Chiamò l'itale genti, Lor diè vita e parola e patria ed armi.

11 E mentre or quinci or quindi invano il passo movea, pien di travaglio e di pensieri, Ferraù, Brandimarte e il re Gradasso, re Sacripante ed altri cavallieri vi ritrovò, ch'andavano alto e basso, men facean di lui vani sentieri; e si ramaricavan del malvagio invisibil signor di quel palagio.

Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava ïo come far suole chi dietro a li uccellin sua vita perde, lo più che padre mi dicea: «Figliuole, vienne oramai, ché ’l tempo che n’è imposto più utilmente compartir si vuole». Io volsi ’l viso, e ’l passo non men tosto, appresso i savi, che parlavan sìe, che l’andar mi facean di nullo costo.

Soleva Roma, che ’l buon mondo feo, due soli aver, che l’una e l’altra strada facean vedere, e del mondo e di Deo. L’un l’altro ha spento; ed è giunta la spada col pasturale, e l’un con l’altro insieme per viva forza mal convien che vada; però che, giunti, l’un l’altro non teme: se non mi credi, pon mente a la spiga, ch’ogn’ erba si conosce per lo seme.

Cosi` la circulata melodia si sigillava, e tutti li altri lumi facean sonare il nome di Maria. Lo real manto di tutti i volumi del mondo, che piu` ferve e piu` s'avviva ne l'alito di Dio e nei costumi,

16 Non però son di seguitar intento l'istoria de la perfida Orrigille, ch'a' giorni suoi non pur un tradimento fatto agli amanti avea, ma mille e mille; ch'io non ritorni a riveder dugento mila persone, o più de le scintille del fuoco stuzzicato, ove alle mura di Parigi facean danno e paura.

Con invenzion, tradimenti e tranelli lo facean divenir persecutore; poi boriosi in piazza, a visi alzati, narravan come s'eran vendicati. Qui del governatore uscieno arresti e rabbuffi e minacce mal fondate.

Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava io si` come far suole chi dietro a li uccellin sua vita perde, lo piu` che padre mi dicea: <<Figliuole, vienne oramai, che' 'l tempo che n'e` imposto piu` utilmente compartir si vuole>>. Io volsi 'l viso, e 'l passo non men tosto, appresso i savi, che parlavan sie, che l'andar mi facean di nullo costo.

Disse, e disparve. Il bieco occhio e la voce Mosse il fiero morente, e una tremenda Vista mirò. Più sol non era: accanto, A piè del letto, al capezzal, d'intorno Un popolo sorgea di brulicanti Scheletri: avean ne le profonde occhiaie Come due fiamme che parean pupille, E un tal verso facean con le dentate Mascelle, che parea voce e sogghigno.

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