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Aggiornato: 11 giugno 2025


E un giorno il conte Fabiano scacciò tutti, accorgendosi di punto in bianco della devastazione che la gentaglia aveva fatto in casa sua, e ne tenne Bruno responsabile, perchè non lo aveva avvertito in tempo.

Rivivevano la loro vita di lusso e di rumore, alla quale Fabiano aveva aggiunto una certa vita di contemplazione, andando per le gallerie d'arte e per le chiese con Bruno. A fianco del fanciullo stava sempre un precettore italiano, tale Salapolli, che il conte aveva soprannominato Salafame, perchè non era possibile fargli conservare un centesimo in tasca.

Duccio Massenti credette opportuno stringersi nelle spalle e alzare le sopracciglia per deplorare i trascorsi del conte Fabiano. Come si chiama il bambino? interrogò poi. Brunello! disse Nicla. Bruno Traldi di San Pietro. E d'improvviso, a dispetto dei suoi savii ragionamenti, un acuto desiderio la prese di rivedere il suo piccolo fedele amico.

Bisogna trovarlo, rispose. Mandate a cercarne. Otto chilometri d'andata e otto di ritorno, signor conte, osservò l'ostessa. Fabiano le mosse incontro con tal piglio, che la donna uscì senza più ribattere. Passarono due, sei, dieci ore; cessò la tempesta, venne il sole, tramontò.

Nespole! esclamò Elia. Innalza bandiera bianca! ordinò Fabiano. Sventola il fazzoletto! Brunello trasse il fazzoletto dalla tasca e lo agitò in aria. La battaglia è finita. Sei vinto, e la fortezza è mia! concluse il conte. Adesso giuoca da solo, che io devo parlare. E alzandosi, guardò finalmente Elia Polacco in faccia. Ah, ah! Sei invecchiato, caro Polacco! esclamò ridendo.

Da Parigi era stato più volte a Bruxelles, dove suo padre contava i migliori amici, scelti, come ovunque, tra i più famosi scapestrati del regno; era stato più volte a Berlino e a Vienna con sua madre, per consenso del conte Fabiano.

Quand'era con Fabiano, godeva una libert

Hai saputo qualche cosa? le domandò sua madre, vedendola tornare. Non ho saputo niente, perchè non ho chiesto niente! ella rispose. E salita nella sua camera, vi si chiuse, e si gettò sul letto a piangere. Il viaggio di Fabiano e Brunello era stato spaventevole.

E la pioggia entrando a sghembo nella vettura, aveva ormai inzuppato i due viaggiatori. Dormi, piccolo, disse Fabiano. Perchè mi porti via? domandò Brunello. Gli rispose uno schianto formidabile, che fece sobbalzare uomini e bestie; un fulmine era scoppiato a pochi passi.

E nemmeno io! aggiunse suo padre. Bruno se ne andò. Eran tornati a Parigi con un piccolo patrimonio, messo insieme coi danari di Montecarlo, il prestito d'Elia Polacco, una certa somma che il conte Fabiano aveva saputo spillare ancora alla famiglia: centomila lire a un dipresso.

Parola Del Giorno

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