Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 7 giugno 2025
SIMBOLO. Dice che, se bene son immeritevoli di tanta sposa, col tempo fará conoscere la sua amorevolezza; e se comandate altro. EUFRANONE. Che ci ha onorato piú del dovere; e bisognando, gli lo faremo intendere. SIMBOLO. Adio, signori. EUFRANONE. Ecco, o moglie, che non ho mentito punto di quanto t'ho detto.
S'affoltavan i parenti per sovenirla; ma Lasciate lasciate gridava Eufranone che l'uccida il dolore prima che l'abbi ad uccider il ferro, e che prevenga la violenza la voluntaria morte; e questo volerla far vivere è piú tosto opra di crudeltá che di pietá! Cosí morí com'un agnello, e rimase con la bocca un poco aperta com'un porchetto che s'arroste al foco.
DON IGNAZIO. Eufranone mio carissimo, Dio sa con quanto dolore or ascolto le vostre parole e se mi pungano sul vivo del cuore!
EUFRANONE. Vi priego a pensarvi su sei mesi prima; e se pur dura la voglia, allor me la potrete chiedere: ed io vi do la mia fede serbarla per voi insin a quel tempo. DON IGNAZIO. Sei mesi star senza Carizia? piú tosto potrei vivere senza la vita: e ben sapete che l'amante non ha maggior nemico che l'indugio.
DON RODORIGO. Dio sa quanto desio uscir da questo intrigo con onor mio, e volentieri mi contenterei spender una parte del mio proprio corpo, e mi parrebbe come nulla mi levassi, anzi mi parrebbe esser intiero e perfetto. Eufranone mio, poniam caso che don Flaminio morisse publicamente: resuscitará per questo la tua figliuola?
DON IGNAZIO. Anzi per vostro merito. EUFRANONE. Non mi conosco di tanto preggio che sia degno di tanta cortesia. DON IGNAZIO. Siete degno di maggior cosa: io vi chieggio la vostra figliola con molta affezione. EUFRANONE. Stimate forsi, signore, ch'essendo io povero gentiluomo venda l'onore de mia figliuola? Veramente non merito tanta ingiuria da voi.
EUFRANONE. Non sperava sentir tal nuova da voi! Ma in che ha peccato mia figlia che meriti tal rifiuto? DON IGNAZIO. D'impudicizia e disonestá. EUFRANONE. Onesta è stata sempre mia figlia e cosí stimata da tutti, e non so per qual cagione sia impudica appresso voi solo. DON IGNAZIO. Tal è come dico.
DON IGNAZIO. lo non vo' trattener piú voi né me stesso: andrò a mandarvi quanto ho promesso. EUFRANONE. Andate in buon'ora. O Dio, che ventura è questa! Desidero communicar una mia tanta allegrezza con alcuno. Ma veggio Polisena, la mia moglie, che vien a tempo per ricever da me cosí insperato contento. POLISENA moglie, EUFRANONE. Gentil compagno mio, che ci è di nuovo? EUFRANONE. Buone novelle.
DON IGNAZIO. Vi priego che trattiamo alla libera. EUFRANONE. Orsú, per obedirvi. DON IGNAZIO. Or veniva a trovarvi. EUFRANONE. Potevate mandar a chiamarmi, ché serei venuto volando. DON IGNAZIO. Son molti giorni che desio esservi parente; e son venuto a farmevi conoscere per tale, ché veramente sète assai onorato e da bene. EUFRANONE. Tutto ciò per vostra grazia.
DON IGNAZIO giovane innamorato SIMBOLO suo camariero DON FLAMINIO giovane suo fratello PANIMBOLO suo camariero LECCARDO parasito MARTEBELLONIO capitano ANGIOLA vecchia CARIZIA giovane EUFRANONE vecchio POLISSENA sua moglie CHIARETTA fantesca AVANZINO servo Birri DON RODERIGO viceré della provincia. Il luogo dove si rappresenta la favola è Salerno. DON IGNAZIO giovane, SIMBOLO suo cameriero.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca