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Aggiornato: 17 giugno 2025
È un peccataccio nero farla andare in collera! Il mio amico Leonardo non ha senso comune.... Non m'importa di lui, disse Ernesta, ed aggiunse volgendosi ad Olimpia accorsa alla chiamata: Prepara subito le mie valigie, parto oggi stesso....
Leonardo volse leggermente il capo dalla parte di Ernesta, e parve stare in ascolto; non udendo più nulla, ripigliò la positura di prima. Ernesta rialzò gli occhi ancora lagrimosi e circondò con uno sguardo di tenerezza il quadro melanconico! Quell'uomo gi
Leonardo ascoltava estatico, e quando l'ultima nota si perdette, egli ancora ascoltava. Ti basta? chiese la bella. Sì, non bisogna guastarmi la cara impressione; ogni pezzo di musica ha il suo linguaggio; bisogna ascoltarne attentamente uno e meditarvi su... Ernesta chiuse il pianoforte e venne presso al marito. Siedi, disse Leonardo provandosi a sorridere, obbedisci al tuo tiranno...
Facevo io pure così, diceva Ernesta con un riso melanconico; qualche volta lo tento ancora, ma non mi riesce; è un giuoco che va fatto fra le ginocchia della mamma. Queste brevi passeggiate chiamavano sempre il sorriso sulle labbra dei due poveretti: era raro che Leonardo non si fermasse d'un tratto per dire un'idea faceta o bambinesca che gli veniva allora. Facciamo un giuoco, disse una volta.
La figlia maggiore, Ernesta, era vecchia, anemica, un po' calva; le mancavano parecchi denti, ed aveva il lobo d'un orecchio spaccato. Da un gran pezzo aveva lasciato il mestiere di modista, e teneva in ordine la biancheria delle camere e degli inquilini. Era sempre in moto, sempre affaccendata; si pettinava a met
Taci, rispose Ernesta pigliando un accento di graziosa autorit
Entrò Ernesta e sorrise; entrò la signora Virginia Rinucci e chinò gli occhi a terra. Agenore si credette in dovere di fare un saluto; ma la vergine arrossì. E per un quarticino d'ora, ad ogni volta che al dottore senza avvedersene accadeva di guardare la signorina o di rivolgerle la parola, la signorina arrossiva e chinava gli occhi a terra.
Sicuramente no, rispose Agenore, appunto per questo.... se ci vedesse, non dico. Ernesta non si lasciò persuadere, si staccò lentamente dal dottore ed andò a sedere in un canto. Agenore le venne presso. È proprio cieco del tutto? domandò poco stante la bella. Del tutto. Una cateratta?
Il dottore fece il giro badando a non inciampare nelle gambe allungate del cieco, e venne presso ad Ernesta. Dorme, disse sottovoce, sicuramente dorme; cara signora, ella fa un'azione generosa; riconosco la sua bell'anima.
Ernesta e Leonardo rimasero soli. Era l'ora del mezzodì; dal cortile soggetto, attraverso le imposte chiuse in modo da lasciare passare insieme un filo d'aria e di luce, giungevano le vocette di alcuni fanciulli schiamazzanti. Ti disturbano? chiese Ernesta, vuoi che dica loro di star zitti? Sono buonini, mi obbediranno; o vuoi che chiuda la finestra del tutto?
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