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E allora ripeteva il ritornello assiduo dell'inno eterno: M'ami proprio? , tanto. E perchè m'ami? Ernesta ci pensava senza trovar risposta. Dillo, perchè mi ami? Non lo so; e tu perchè mi ami? Perchè sei bella, perchè sei buona. E anch'io t'amo perchè sei buono, perchè sei bello.... Quale sorriso passò sulle labbra di Leonardo! Sono bello io? , sei bello.... ma non per questo t'amo.

Fu l'ansia d'un solo istante; cadde la benda, Leonardo aprì gli occhi, li girò intorno e fissandoli estatico sulla faccia paurosa di Ernesta, protese le braccia chiamandola col gesto. Ti vedo! ti vedo! Ma la voce si ruppe in un grido, e il grido in un singhiozzo.

La prima persona che vide nel giorno successivo all'arrivo, fu lei, proprio lei, l'amabile cuginetta. Non dico che in un programma festoso non potesse entrare una visita della signorina Virginia, ma è certo che se Ernesta avesse avuto tempo di fare un programma, l'avrebbe messa da ultimo, od in un intermezzo da non saper proprio come occupare altrimenti.

Inventario di cose e d'uomini. «Stamane sono di buon'umore disse Leonardo alla sua compagna, vieni meco, Ernesta, andiamo a spasso; ti voglio fare l'inventario di tutti i mobili della casa, incominciando dal salotto; vedrai come li ho in mente! Se ne ho dimenticato qualcuno, me lo ricorderai, ho bisogno di radunare le mie memorie sono esse il mio mondo.

Colle mani appoggiate al davanzale continuò a stare immobile, intento, non perdendo una nota di quel concerto. Ernesta non lo aveva abbandonato interamente a , gli teneva ancora una mano appoggiata sul braccio e con lievissima violenza sembrava dirgli: Basta, basta, ti farai del male!

Un pezzo i due amici stettero senza parlare; Leonardo pensava, e lo stesso Agenore, seguendo cogli occhi la bella, si distraeva imperdonabilmente, considerate le funzioni ciarliere che egli aveva accettate. Dove è ora Ernesta? domandò il cieco. Fa il giro dell'ippocastano... si mette in un viale... si allontana... Le far

La mia Virginia, disse una volta ad Ernesta, si è proposta di assomigliarti; tienilo per te, e bada che così hai doppia responsabilit

Mi dia tempo a pensare, rispose scherzando la bella. Ho capito, concluse Agenore, ho capito.... non una parola di più, ho capito; tornerò stasera. Ernesta lo seguì collo sguardo, finchè fu scomparso, poi andò rasserenata presso al marito. Che ti ha detto Agenore? le domandò il cieco.

Sette!... Non è vero? Proprio sette!... Bisogna aprire la finestra, è l'ora.... il sole se ne è andato, non vi è pericolo che la luce troppo viva mi faccia male. E siccome Ernesta indugiava, non sapendo se dargli retta o no, il cieco soggiunse: Me l'ha concesso Agenore, che è pieno di scrupoli.

Alle nove venne annunciata la visita della pietosa Virginia Rinucci, la quale fece dignitosamente il suo ingresso nella camera della cugina. Ernesta le venne incontro e notò a bella prima che faceva il bocchino in un modo insolito, indizio infallibile di maggior solennit