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Aggiornato: 17 luglio 2025
Ernesta si interruppe di botto ed uscì in una risata; aveva parlato con tanta volubilit
Ed a lei pare sicura? domandò Ernesta. A me pare sicura.... sicurezza medica, s'intende, che non è sicurezza matematica. Per quanto Agenore ingrossasse la sua voce di falsetto, aveva l'ansia quasi al par di Ernesta. Il più sereno dei tre era Leonardo, il quale in un attimo fu vestito ed accomodato sul seggiolone.
Venne il dottor Q.... tranquillo, determinato, schietto nei movimenti e nelle parole; si indovinava in lui l'uomo padrone di sè; vedendolo tornò subito un po' di coraggio ad Ernesta, e si rianimò la disinvoltura agonizzante d'Agenore. Si parlò di narcotizzazione; Leonardo rifiutò. Bravo! disse l'oculista tanto meglio!
E per chi?... Così pensava Ernesta. Leonardo era suo marito, ma di nome soltanto, non per affetti e per sentimenti comuni, per dolori patiti insieme, per gioie insieme gustate; e non ora solo la finzione della legge aveva ceduto alla beffa della realt
Agenore si guardò intorno, poi guardò ancora Ernesta; era immobile e pensosa. Senta, prese a dire, stringendo la mano che aveva tenuto nella sua, senta... E invano volle andar oltre. Ernesta non sollevava il capo, pensava sempre.
L'ultima parola torturò alquanto le labbra del dottore, il quale cercò di compensarle della fatica fatta con un bacio sulla manina bianca della bella donna. Ma Ernesta si sciolse da quella stretta con un movimento brusco, guardò il volto dell'infermo, poi disse senza collera, ma con dignit
Leonardo tacque; e vedendo che il dottore Agenore faceva di sì col capo, tirò un lungo sospiro, si voltò sul fianco e proseguì con voce compassionevole: Sono proprio disgraziato, piglio moglie credendo di fare un'azione meritoria, di assicurarmi la mia porzione di paradiso, e invece mi tiro un inferno addosso. Tu sai come è andata. Ernesta mi piaceva ed io piaceva ad Ernesta; sola lei, solo io; essa non aveva una casa, ed io ne aveva una, in cui non stavo mai... Ci sposiamo? Sposiamoci. E fu fatto. «Mobiglier
A vederlo così pare proprio un bell'uomo, un po' patito, ma con una faccia espressiva, e con due occhietti vispi e lucenti da non potersi credere destinati ad un intorbidamento caterattoso corticale. Ernesta stette un pezzo con Leonardo fra le mani; pensava.... a che pensava?
Ma una voce acuta, meglio un fischio che una voce, gridò ad un tratto dall'alto della magnolia, due volte, tre, con insistenza. E dove il dottor Agenore udì solo la nota ripetuta d'uno stornello, Ernesta intese distintamente: Non è lui, non è lui, non è lui!»
Tu non sai perchè m'ami; nemmeno io lo so. Le cose dell'amore si sentono, non si sanno. L'amore ha la benda agli occhi.... come me. Un bacio lungo lungo cancellò dalle labbra del disgraziato ogni traccia d'un melanconico sorriso. Che ne dici, Ernesta, guarirò? Guarirai, rispondeva la poveretta facendosi forte. Se fosse vero! Poterti vedere, poterti guardare a lungo, specchiarmi negli occhi tuoi!
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