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Aggiornato: 2 giugno 2025
Ma il giovane non poteva scendere e via via il treno correva sempre più impetuoso; e i baci seguivano ai baci e le grida dì spavento non li interrompevano, facendo coro al fremito delle labbra. Emma allora si svegliò con un grido così angoscioso e alto che fece svegliare la mamma, che accorse al suo letto.
Poi spogliò il rocchetto, la stola e chiese al dottore se sarebbe stato possibile il confessare il moribondo. Il signor De Emma disse che non poteva dir nulla con certezza: se voleva aspettare, verso l'alba, la febbre sarebbe scemata oppure.... A questa reticenza il prete soggiunse duramente: Va bene. E sedette. Era un'indifferenza di più. Tutto ciò era brutto, mi irritava. Uscii.
I bagagli erano molti e l'impiegato alquanto sonnacchioso; ci volle del buono prima che venisse a capo di spedirli. Mentre io attendevo a questo Violet e la signora Emma erano sole nella sala di aspetto perchè avevamo mandato a casa il signor Bröhl. A un tratto udii la voce di Paolo che rideva colle signore e faceva suonar le chiavi.
Ed egli vuole tornare con me, o mamma bella, perchè niente gli piace senza di me, e il lusso non è il lusso, e il suo palazzo è una casupola, e le donne sono pupattole, e le abitudini sono catene.... Me l'ha scritto, e l'ho imparato a memoria, e gli credo.... Povera, povera bambina! esclamò Emma. Tu credi tutto; ma non gli hai domandato perchè non ti sposa?
Fu tale lo spavento del povero Enrico di aver compromesso la sua Emma con quell'atto temerario, che per più giorni non si affacciò più alla finestra, con grande sorpresa e grande dolore di lei, che ignorava i motivi di quell'assenza insolita. Intanto lei si innamorava ogni giorno più.
Un po' la nuova speranza, un po' la cura del De Emma cominciavano a trionfare del male. La giovinetta rifioriva. Quelli che sapevano della sua malattia dichiarata incurabile da due celebrit
De Emma le rare volte che fu col
Era davvero una bella scena, ed Arrigo ne tripudiava: l'amore di Emma, l'affezione della baronessa madre, lo rapivano e gli erano augurio auspicato di felice avvenire! Oh chi sa leggere nel gran libro degli arcani? chi sa divinare il futuro? Arrigo ed Emma, beati d'amore, non sognavano che amore!
Filippo aveva le labbra bianche e il suo corpo tremava come scosso da febbre violenta; egli si abbandonò in una poltrona, nascose il volto tra le mani, e stette così, per lungo tempo, in silenzio, agitato sempre da un tremito invincibile. Emma tacque ella pure, a lungo, guardando l'uomo superbo, ridotto da una parola come uno schiavo o come un mendico, accasciato sotto il peso della sua passione.
Quella lettera dormì sotto il cuscino di Emma, ma non dormì lei, che con quel foglio sotto il capo vegliava in un letargo convulso pieno di dolci torture e di sogni fantastici. Quante volte accese il lume, decisa a rompere il suggello per deliziarsi nel mare delizioso delle cose ignote e per tanto tempo sognate. E quante volte spense la candela per resistere alla tentazione del peccato.
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