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Aggiornato: 8 giugno 2025


Un negro armato di fucile la fermò nel momento che varcava la soglia. Sono la sorella del capitano Hassarn, diss'ella pacatamente. Lasciami libero il passo; devo parlare a Fathma. Il negro non ardì a respingerla. Elenka salì i gradini come spintavi da una molla, colla fronte aggrottata, la collera negli occhi e una mano sull'impugnatura d'ebano del suo pugnale, passato fra le pieghe della fascia.

Nel sotterraneo regnò un lungo silenzio rotto solo dall'affannoso respirar della greca e dal monotono rumore delle goccie d'acqua che battevano sulla viva roccia. Abd-el-Kerim, mormorò Elenka con voce rotta. Abd-el-Kerim! L'arabo le volse le spalle e si rinchiuse in un feroce silenzio.

Elenka!... Elenka!... balbettò l'arabo. Saresti capace tu di dimenticarla per Fathma? Non parlare d'Elenka, Notis, disse l'arabo sordamente. Il greco fece tre passi indietro e alzò la mano verso di lui. Abd-el-Kerim! disse egli gravemente. Sta in guardia!... Notis!... Sta in guardia! È l'ultima mia parola!

Non erano ancora trascorsi due secondi che al di fuori s'udiva una detonazione accompagnata da un grido straziante. Elenka si precipitò verso la porta, ma retrocesse quasi subito fino all'estremit

Ah! se tu sapessi quanto ti ama il mio povero padrone e quanto egli è infelice! E perchè non disertò?... Perchè, Omar. Ha una donna, una furia che veglia su di lui, che lo segue e notte in ogni suo passo e che gli impedisce di fuggire. Una donna! mormorò Fathma che si sentì mordere il cuore dalla gelosia. Chi è questa donna? Io voglio saperlo. Omar, lo voglio! È sempre Elenka. Ah! maledetta!

Il basci-bozuk e l'arabo si sedettero e tracannarono parecchie tazze di birra recate dal wadgi. Ebbene, Abd-el-Kerim, chiese Notis, come mai non mi chiedi nulla di mia sorella Elenka? Avresti, per caso, dimenticata la fidanzata? L'arabo trasalì leggermente e sulla sua fronte si disegnò una ruga. Ah! perdona, Notis, rispose egli.

Hassarn, continuò Abd-el-Kerim, lasciami solo. Tu non puoi essere testimone a quello che io dirò all'almea. Tu sei pazzo. Io voglio vedere Fathma. Hassarn, tu non lo farai, disse recisamente l'arabo. Ma disgraziato, e non pensi che sei promesso a Elenka. Io spezzo il nodo e mi getto corpo e anima fra le braccia di Fathma. Ho il sangue che mi brucia le vene e il cuore che batte per l'almea.

Egli tese le mani l'una verso il sud dove veniva trascinato Abd-el-Kerim e l'altra verso il nord dove veniva trascinata Fathma. Io al nord ed Elenka al sud, diss'egli. I greci hanno vinto gli arabi. CAPITOLO XIV. La caccia all'almea. L'esercito egiziano era ormai scomparso dietro le colline quando il greco lasciò il campo.

Una sera che Elenka tornava dal villaggio d'Undurm

Egli si slanciò come una tigre verso la fessura, ma le forze gli vennero meno e cadde a terra sfinito, coi pugni minacciosamente chiusi e la schiuma alle labbra. Proprio in quell'istante la sorella di Notis arrivava alle ruine d'El-Garch. CAPITOLO IX. Elenka.

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