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Eppure egli diceva a Cardello: questa dev'essere la stessa creta che usano ora i vasai per le quartare, come le chiamate. Se io riuscissi a trovare il modo di manipolare la creta attuale, da ridurla duttile e leggera come questa di questi vasi... metterei su una fabbrica di stoviglie, e mi farei una fortuna. Arricchiresti anche tu.

Egli mi strinse la mano, felicitandosi del mio ritorno, in una specie di dialetto lombardo, da lui imparato per frequenti corse nell'Alta Italia ad acquisti di vini e di bestiame; poi guardò Lidia, ch'era presso di me, esile e dùttile figurina d'adolescente. La mia signora! dissi.

Il suo stile è pastoso, la sua prosa calda, la sua penna duttile, il suo periodo limpido come un cristallo. Con qualche predilezione per la frase pariniana, rifugge dalle inversioni del poeta del Giorno, che svogliano il lettore. L'ingiustizia gli scalda il calamaio e gli fa produrre una prosa vigorosa, senza ridondanze e senza i plebeismi del Baretti. Con o senza collera egli non è mai volgare.

Le nostre sono pagnotte di mollica ammassicciata. Non è la mollica pastosa, duttile, allungabile, come quella del pane dei signori. È una mollica friabile, di un colore brunastro e di un sapore sciapito.

E tu vedrai, paziente lettore, come al povero studioso che giungeva dal disordine e dalla incuria italiana, la Germania apparisse come la vera patria dell'aspirante alla cattedra universitaria. E quasi tutti erano giovani, negli anni in cui l'animo si protende avido e duttile per ricevere le impressioni che rimarranno poi incancellabili.

L'ingegnere Aldini si divertiva un mondo a percorrere le vie di Torino a braccetto di questa nipote ch'egli teneva in conto di figlia e verso la quale, nonostante le molte dissomiglianze, lo attirava una simpatia ricambiata. Certo che s'erano bisticciati sovente; egli, scettico amabile, l'avrebbe voluta più duttile, più indulgente, meno recisa ne' suoi giudizi; egli, uomo d'ingegno, ma nemico d'ogni pedanteria, l'avrebbe voluta più chiassosa, più spensierata, più giovine insomma. Adesso il gran timore di lui era che il matrimonio con un uomo come Varedo avesse accresciuto i difetti di Diana. E in fatti egli la trovava, più ancora che a Venezia, noncurante del vestito e della persona, inesorabile nel condannare quello ch'ella chiamava il vizio elegante, pronta a correre agli estremi in tutto per amore di logica, onde il rompersi il capo sui volumi di giurisprudenza e di sociologia le appariva una conseguenza naturale dell'aver sposato un giureconsulto e un sociologo. Ma ella conservava intatte, e quest'era un conforto per lo zio, la sua bont