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Aggiornato: 23 giugno 2025
Ma l'emozione, il turbamento della povera ragazza non furono nemmeno avvertiti dal giovinetto che, a sbalordirla ancor di più, le domandò senza preamboli; La signorina, dov'è? La duchessina?... è giù, in sala, colla signora duchessa e il signor conte Della Valle. Non si può vederla per ora.
Lalla ritornava allora da un pellegrinaggio alla Madonna di Valsanta, quattro ore di strada a piedi, impiegate nel recitar rosari e litanie. La duchessina, creata priora della Scuola Cristiana di Santo Fiore, aveva ordinato, col mezzo di don Vincenzo, quel devoto pellegrinaggio.
Sì. Crederai sempre a me?... E a nessun altro?... Sì!... Sì!... rispose Giorgio vinto, consolato, innamorato; e Lalla, in compenso di una tale promessa, lo fece delirare con un furore di baci. In quella commozione e in quel trasporto la duchessina era spontanea e sincera. Povero Giorgio, tanto buono!
A quella vista, mille pensieri, mille ricordi gli si affollarono tumultuosi nella mente, e dinanzi all'odio che gli prorompeva dall'anima, ogni altro odio rimaneva muto, e lo stesso Vharè, il suo rivale, scompariva nel cocente desiderio di vendicarsi della duchessina e di farla finita, magari con un delitto.
In quanto al Frascolini, egli non ci badava, nemmeno per riderne! Si sentiva salito troppo in alto per occuparsi delle signore di Santo Fiore! La duchessina, lo stesso primo giorno ch'era arrivata in villa, lo vide subito, fermo sulla piazza della Stazione; ma, sul momento, non lo aveva nemmeno riconosciuto.
Quando la duchessina rientrò in sala, Prospero Anatolio e il Della Valle davano le disposizioni per l'indomani. Il Della Valle sarebbe andato lui solo alla stazione, incontro ai testimoni: erano quattro commendatori, due della Camera alta, due della Camera bassa, e avevano appena telegrafato che sarebbero giunti col primo treno. I saluti furono quella sera più espansivi ed eloquenti del solito.
Anche la duchessina era severissima, in fatto di morale e, per un nonnulla, faceva cancellare le giovani dal registro della Scuola Cristiana; ma, per debito di giustizia bisogna anche aggiungere che sapeva dare il buon esempio. In fatti il giovane Frascolini avrebbe perduto subito tutta la protezione della fanciulla soltanto che si fosse lasciato vedere durante il pellegrinaggio.
Cominciò per svestirsi, ma poi d'un tratto, si buttò sopra una poltrona, ch'era a' piedi del letto, piangendo come un ragazzo. Ma con quelle poche lacrime sgorgò dal suo cuore tutto quanto vi era di gentile e di nobile; con quelle poche lacrime si consumò tutto il suo dolore, tutto il suo amore... ed egli non sentì più altro per la duchessina che dispetto e disprezzo.
Le commozioni del funebre annunzio sollevarono un entusiasmo postumo intorno alle virtù e alle doti del cuore e della mente della povera morta. A Borghignano le debolezze della duchessina per il marchese di Vharè erano state dimenticate, ed ora si ricordava soltanto e si portava ad esempio il suo amore per Giorgio, per la mamma e per il babbo ch'essa idolatrava.
Lalla, come aveva voluto, rimase dunque a Borghignano; e mentre Giorgio andava continuamente innanzi e indietro da Roma, ella perdeva il tempo e la pace a commettere imprudenze col Vharè, spinta dalla sua gelosia per la Soleil. Adesso però, la duchessina, per quanto facesse, non poteva ricuperare, tutto intero, il cuore di Giacomo.
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