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Aggiornato: 23 giugno 2025
Allora, colle punture del rimorso nel suo cuore sconvolto dall'amore, ma non ancora pervertito, tornò a ridestarsi tutto l'affetto per la duchessina, la gratitudine per tutto ciò che le doveva; e pregò, supplicò Sandro di acquietarsi, di perdonare alla signora contessa, di promettere, di giurare che non le avrebbe fatto del male.
I debiti sono come la canizie: portata con disinvoltura può ancora piacere, ma volendo nasconderla coi cerotti e le tinture diventa ridicola. Certamente egli non contava tutto alla duchessina, ma lasciava scorgere quel tanto del suo deficit che presentava qualcosa d'artistico e che non offendeva il gentiluomo.
Voglio vedere, povere bestiole! e la zitellona corse fuori tenendosi alzato l'abito con tutte due le mani. Intanto anche Alessandro era lì per uscire. Senta gli disse Lalla all'uscio, fermandolo può prestarmi questo libro? e indicava il romanza di Dumas. Volentieri, s'immagini, quando vuole, duchessina. Ma non ne dir
Perchè una donna, come la duchessina, giunga a pronunciare l'ultima parola dell'amore, l'amante solo, per quanto avveduto e audace, non basta quasi mai; fa d'uopo il concorso di molte circostanze di tempo, di luogo e... e anche di temperatura. Circostanze varie, impensate, indefinibili; che la sorprendano nel cuore, nei sensi, nel capriccio, quando meno lo sospetta ella medesima, e le tolgano volont
Egli la vedeva moltiplicarsi su tutti gli altri giornali, riempiere le vetrine dei librai; lo vedeva tradotto in tutte le lingue, e la mattina pensava sul serio di scrivere un'opera da sostituire ai Promessi Sposi, che ormai avevano fatto il loro tempo. La duchessina gli assicurò che aveva pianto nel leggere quel melanconico racconto: non era vero, ma Sandro lo credette e fu contento lo stesso.
Come la Giulia rimarrebbe attonita pensava Lalla come si arrabbierebbe, se io riuscissi a farmi sposare davvero! L'impresa non era facile; ma la duchessina si sentiva istigata a tentarla... e la tentò.
E il Vharè sapeva pure che confidando queste sue strettezze alla duchessina, in una forma brillante, non le avrebbero fatta cattiva impressione; anzi, era alcunchè di nuovo, di originale, di simpatico; mentre invece, se Lalla ne avesse sentito parlare da altri, ed egli avesse voluto farne un mistero, allora, forse, correva il rischio di scapitarci assai.
Ma quella sera la duchessina, gi
Sarò stasera al ballo del Prefetto, diceva Le journal d'une femme, del Feuillet, mandato da Lalla a Giacomo. Non so se vi potrò venire, rispose la Conquête de Plassans, rimandata dal marchese alla duchessina. Il Vharè, certo, non voleva mancare alla festa, ma rispose così per mostrarsi in collera.
Ad ogni momento credeva di sentire dietro le spalle il riso schernitore della duchessina, mentre tutti gli orologi a pendolo, appesi all'intorno, coll'oscillar dei dondoli, che variavano dalle note acute, argentine, a quelle più gravi e profonde, gli mettevano il capogiro, e pareva lo deridessero, ripetendo il nome di Lalla in ogni tono, coi loro tic tac, lenti, misurati e monotoni.
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