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Aggiornato: 3 giugno 2025


«Folgorato nel capo», lo scrittore si ritrasse nell'ombra e nel silenzio della sua casa desolata; abbandonò per sempre la vita pubblica, non accettò più di fare conferenze e discorsi; e da allora in poi fu tutto nel quotidiano solitario lavoro, col quale però il suo spirito chiuso ai richiami esterni comunicava così largamente con gli innumerevoli lettori fedeli.

Lorenzo non aveva mai udito il suo amico Aloise parlargli in tal guisa. Il marchese di Montalto era cortese, ma severo di modi, affettuoso ne' suoi discorsi, ma riguardoso ad un tempo. Qual rammarico era il suo, che lo rendeva così subitamente espansivo?

E siccome sa che la ragazza non può soffrire i meridionali da lei stimati grossolani, chiassosi, tenori da melodramma o negozianti di vino, il giovane provenzale s'ingegna d'ingraziarsela; le ripete, forse involontariamente come nota l'autore brani di discorsi politici da lui recitati al caffè, nelle conferenze, e l'abbaglia con gli sprazzi della sua fulgida eloquenza. Delitto!

Suum unicuique tribuere. Parecchie idee dei discorsi tenuti nel presente capitolo da Francesco Cènci furono tratte dalla Beatrice Cènci di Shelley. Questo scrittore è mal noto in Italia: amico fu a Lord Byron: annegò nel Tirreno, recandosi a Genova su barca senza ponte: ne arsero il cadavere sulla spiaggia a Bocca d'Arno, presente Byron.

Nella solitudine della cascata, i nostri discorsi erano molto più intimi. Si parlava di molte cose, ma più soventi di filosofia, di arte, di letteratura; egli non aveva ipocrisie, non si adontava s'anche cadeva nella conversazione il nome di un autore o di un libro messi all'indice dalla Romana Congregazione.

Quando don Vincenzo s'infervorava in quei discorsi, anche il signor Morandi, di consueto silenzioso, si animava e parlava di quei tempi quando anch'egli si era trovato in mezzo alla rivoluzione e bloccato a Venezia. Come avea sofferto in quel tempo! Anzi, quelle sofferenze gli avevano lasciato un'ombra di tristezza che non si sarebbe cancellata mai più.

Il lettore sa che la Gilda, rispetto a ciò, non aveva più niente di nuovo a conoscere. Ma la sua giovine padrona, che non l'aveva veduta nel suo nascondiglio, poteva temere d'abbattersi in lei, prima di essersi consigliata maturamente tra , intorno a quello che dovesse raccontarle, o lasciarle indovinare, de' suoi discorsi col Pico.

Don Gregorio non disse nulla a Maria dell'arrivo e dei lunghi discorsi fatti quel giorno stesso col duca Prospero; ma coll'eloquenza della convinzione e del cuore ritornò bravamente all'assalto.

Quel giorno ed altri parecchi, il trionfo oratorio di Ariberti e la vittoria del ministero furono il tema di tutti i discorsi. Nel salotto della marchesa Clementina si andava a gara per inchinare il Demostene, il Marco Tullio redivivo.

Fin che fa piacere a Gioconda. Eh allora! esclamò Ariberto ridendo. Ma Gioconda gli lanciò un'occhiata insolitamente fredda. Quei discorsi la rattristavano.

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