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Aggiornato: 21 giugno 2025
O voce ch'io credeva udir dal suolo Sorger vêr me con un mesto susurro, Piomba dall'alto invece e per l'azzurro Fino quaggiù discendi ratta a volo! Volsi lo sguardo al ciel l'orecchio invano Tesi aspettando l'implorata voce. Scordavo il duol della vicina croce, Ma il verbo non venìa dal ciel lontano.
Ma se Jacìm con rauco grido appare, balza correndo a lui lo stuol disperso, a lui guardando da li occhi inquieti. Amo così, mia bella, io figurare i desideri miei per te ne 'l verso, cavalli pascolati in tra i roseti. Tu discendi con pompa orientale giù pe' i lucidi gradi; ed una schiera di femmine ti segue, per la nera scala raggiando la belt
A quest'assalto d'indomati affanni Arde la fronte. Una vampa ti assale, Misera donna, qual di sabbie aduste Pregne di sangue. Nell'odor del sangue Balzi la notte esterefatta e scalza Discendi a supplicar qualche rugiada Dal ciel che brilla immobile sul capo.
Il Gran Proposto piangeva desolato ai piedi della figlia. Al tumulto scapigliato era succeduto come per incanto il silenzio della riverenza e della aspettazione. La puntura galvanica non tardò molto ad agire. Fidelia si riscosse... Discendi in te stessa disse il primate di chirurgia parlandole all'orecchio; visita il tuo cuore e i tuoi visceri, e dimmi qual fu la sincope che ti ha colpita.
Quando furono a mezza costa, risuonò dall'alto la voce sonora del conte Galeazzo Mandello che chiamava a gran voce il Palavicino. Questi, a motivo dei tortuosi giri del sentiero montano, udì il conte senza vederlo, e si fermò. Son qui, Galeazzo, discendi, gli rispose poi dal basso.
Io messaggio del Ciel, per cui contendi, Oggi quì mi rivelo a tuo conforto; Dammi l'orecchio, e ben disposto attendi A tutto ciò, che favellando apporto: È ver, che del gran sangue, onde discendi, Infra mortali non ti pregi a torto, Di verace valor prencipi altieri, E fra regie virtù scettri primieri.
« S. Leone emulator dell'apostolo ha detto: temete il Signore, onorate il re. Ma perchè tu non temi il Signore, credi di non onorar noi che siamo re. Tu pertanto che fosti maledetto e condannato dal concilio tenuto qui a Worms, discendi, abbandona una sede usurpata. Farem salire codesta cattedra da un altro, il quale non veli la prepotenza, l'orgoglio e l'ambizione col manto di religione, ed insegni la vera dottrina di carit
La gran Spartana giù del nobil seno Grida, o Pelasgo; ed ei si volse intorno; Ed il sembiante dimostrò sereno E di vera fortezza il guardo adorno. Ella soggiunge: non ti tenga a freno Rimembranza di morte in questo giorno; Fa schermo a Rodi da' nemici incendi; Pensa al nome di Sparta, onde discendi.
Di un tratto; egli salta dietro il casotto in tela, morde la gamba del suo allievo e grida: Discendi, brigante, tu non sei neppur degno di essere priore a S. Maria la Nuova. Salvatore, l'allievo, gettò un grido, riconoscendo la voce e i modi di don Gabriele, e si precipitò su di lui per abbracciarlo. Don Gabriele lo respinse.
È chiuso a chiave; non uscirebbe nè anche se fosse un uccellino. Non devi? perchè non devi? ci penso io: quanti scrupoli! Alla fine sono un uomo onesto. Non dir così. Non crederai, ma sono tanto infelice. Non ho famiglia; nè una madre, nè una sorella, nè una sposa che.... Qui un soffio d'aria portò via le parole. Se non vuoi che salga io, almeno discendi tu. Crudelaccia! non hai cuore!
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