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Oh fra i più strazïanti umani affanni Quello di non perversa alma che rea Ad un tratto si tiene, ove sciagure Piovon non tanto sulla sua cervice, Quanto sulle cervici de' suoi cari E dell'intera patria sua, ch'ei vede Agonizzar, può recarle aïta! E più quando quell'alma, in suoi terrori Disamata s'estima, e disamata Da tal cuor ch'era suo! da tal diletto Cuor, che per sempre ei scorge ora perduto! Così da lunge qua e l

Narran gli accordi gravi l’occulta rovina del corpo tuo così bello, minato dal male: narran la tua gioventù che non vuole morire, narran che tu sei sposa, narran che tu sei madre, che il bimbo tuo balbetta le prime vezzose parole, e che per lui, per lui t’aggrappi alla vita!... Narran gli accordi gravi che mentre tu passi lasciando nel mondo l’amore io vivrò disamata.

E quando penso a mia madre, che un lento Vorace morbo uccide, Al focolar de la mia casa spento, Al lauto mondo che gavazza e ride, Un odio, un infrenato odio mortale, Spiega a’ miei versi l’ale. E tu mi chiedi amor?... Parti, m’oblìa, Fanciullo!... Oh, tu non sai L’ansie de la rovente anima mia In lotta sempre e non placata mai?... Lascia ch’io fugga, disamata e smorta, Ove il destin mi porta.

LIDIA. Son disamata, odiata e schivata da ciascuno. AMASIO. Non dite cosí, ché conosco persona che v'ama tanto che non so se voi cosí amate Cintio svisceratamente. BALIA. Ascolta, figlia mia, ché non è morto il mondo per te giá. LIDIA. Che miserabil uomo deve essere costui che si sia posto ad amar me?

Ma seduta nella carrozza, nel palchetto, in una poltroncina, in un angolo di divano, sembrava sopra un trono; inginocchiata nella chiesa, sembrava ancora sopra un trono. Non passeggiava mai. Appena si alzava dalla sua seggiola, l'illusione cadeva: molti l'hanno amata e disamata in una serata per questo.

E vedete l'esperienza, che voi non tanto l'avete disamata, quanto ella con ogni forma di verace amore vi ave amato; non tanto voi disprezzata, quanto ella v'ha riverito. Non datele voi tanti disgusti, quanti ella se n'ha inghiottiti.

Era più probabile che, se delitto c'era, si trovassero dinanzi a un delitto d'amore? Il principe, dopo aver disamata quella donna, ricominciava ad amarla e l'aveva uccisa per gelosia? E di chi sarebbe stato geloso, se non di quel Vérod che era tanto turbato dalla morte della contessa, e assumeva, non richiesto, la parte d'accusatore e di vindice?

O mio cuor troppo ardente, o suo troppo freddo, o sua bellezza che tanto mi piaci, o mio volto che cosí gli spiaci, o dolor insoportabile, ahi, ch'io sola li so ché sola li provo! AMASIO. Lidia mia, ascolta un consiglio. LIDIA. Amor non ascolta consiglio. BALIA. Avete dunque ad impazar per Cintio? Maladetta sia tal sorta d'amore! io non so come lo potete amare pensando che siate disamata.