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Aggiornato: 21 ottobre 2025


Giacomo girava gli occhi stralunati dintorno, e con quel suo profondo sbigottimento, anzichè dissipare, confermava i sospetti della moglie. Alla fine, come avvilito esclamò: Ah! chi mi avvelena il cuore della mia donna? chi divide la carne dalla mia carne? Quello che unì il volere di Dio discioglie la malignit

quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, comincia a farsi tal, ch'alcuna stella perde il parere infino a questo fondo; e come vien la chiarissima ancella del sol piu` oltre, cosi` 'l ciel si chiude di vista in vista infino a la piu` bella. Non altrimenti il triunfo che lude sempre dintorno al punto che mi vinse, parendo inchiuso da quel ch'elli 'nchiude,

O poca nostra nobilta` di sangue, se gloriar di te la gente fai qua giu` dove l'affetto nostro langue, mirabil cosa non mi sara` mai: che' la` dove appetito non si torce, dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se' tu manto che tosto raccorce: si` che, se non s'appon di di` in die, lo tempo va dintorno con le force.

Ognuna in giù tenea volta la faccia; da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo tra lor testimonianza si procaccia. Quand’ io m’ebbi dintorno alquanto visto, volsimi a’ piedi, e vidi due stretti, che ’l pel del capo avieno insieme misto. «Ditemi, voi che strignete i petti», diss’ io, «chi siete?». E quei piegaro i colli; e poi ch’ebber li visi a me eretti,

Depone la lampada sul pavimento, apre guardinga una porta, si guarda sospettosa dintorno, e si slancia nel giardino. Dove va a questa ora Beatrice Cènci, l'animosa fanciulla? Forse a vagheggiare il volume dei cieli, dove Dio ha scritto la sua gloria in caratteri di stelle? Il cielo è ingombro di nuvoli neri, e l'aria mormora inquieta agitata dallo incubo della tempesta.

O imaginativa che ne rube talvolta di fuor, ch’om non s’accorge perché dintorno suonin mille tube, chi move te, se ’l senso non ti porge? Moveti lume che nel ciel s’informa, per o per voler che giù lo scorge. De l’empiezza di lei che mutò forma ne l’uccel ch’a cantar più si diletta, ne l’imagine mia apparve l’orma;

Appena il buon curato aveva posto fine a coteste parole, come se la Giustizia divina soddisfatta volesse aprirgli di nuovo la fonte delle misericordie, ecco rimbombare dintorno per le valli e pei colli il raglio glorioso e trionfale, che pareva o volutt

Quivi si veggion de le genti tue Antigone, Deifile e Argia, e Ismene si` trista come fue. Vedeisi quella che mostro` Langia; evvi la figlia di Tiresia, e Teti e con le suore sue Deidamia>>. Tacevansi ambedue gia` li poeti, di novo attenti a riguardar dintorno, liberi da saliri e da pareti;

Io nol soffersi molto, poco, ch’io nol vedessi sfavillar dintorno, com’ ferro che bogliente esce del foco; e di sùbito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote avesse il ciel d’un altro sole addorno. Beatrice tutta ne l’etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di l

quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, comincia a farsi tal, ch'alcuna stella perde il parere infino a questo fondo; e come vien la chiarissima ancella del sol piu` oltre, cosi` 'l ciel si chiude di vista in vista infino a la piu` bella. Non altrimenti il triunfo che lude sempre dintorno al punto che mi vinse, parendo inchiuso da quel ch'elli 'nchiude,

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