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Aggiornato: 20 maggio 2025
MASTRO ANTONIO. Mi no voio tante feste, digo. PRUDENZIO. Non me andate, de grazia, tentando de pazienzia; ché, se ci revoltaremo, vi parerá che non è necessario de stare a vociferare qui come un demente. MASTRO ANTONIO. Mentite pur vu; e, se no me paghé, farò... PRUDENZIO. Odite. Non entriamo in su le parole altercatorie. Parlate equamente, e basta. MALFATTO. Sta' a vedere che faremo alle pugna.
MASTRO ANTONIO. Tant'è: mi digo che son vegnuo a dar piasere a Vostra Magnificenzia e no vorria me ne vegnissi danno. PRUDENZIO. Tu hai el torto. MASTRO ANTONIO. No sè questa la via de pagarmelo. MALFATTO. Ché non entrate? Adesso non avete prescia, eh? MASTRO ANTONIO. Per la fé mia, che prima me darí el pegno. MALFATTO. Dice el vero. Dateli un pugno. PRUDENZIO. Audi, fili mi e fratello cordiale.
MASTRO ANTONIO. Vegní qua, digo: ché, se me guardi Dio, no fuziré in casa. PRUDENZIO. Aspetta parumper. Luzio, va' correndo; e portame la scuriata, ch'i par nostri non sono per intrare in palestra con li baiuli. MASTRO ANTONIO. Che balestre, che balestre, vecchio pazzo! MALFATTO. Oh! cosí fate! Mò ve voglio bene, io. PRUDENZIO. A questo modo, mastro Antonio? che ve ho amato da patre!
SPAGNOLO. Digo que ayer llegué á esta venta, á esta taberna. GIACOCO. Ed io te dico ca la casa mia non è né vinti né trenta né quaranta, e ca no è taverna. Chiappino, ca buole sto spagnuolo dalla casa mia? CAPPIO. Deve esser qualche ladro, e sará qui nascosto per arrobbare. GIACOCO. E chesta è la guardia ca se fa alla casa mia? CAPPIO. Vien qui tu: come ti chiami? SPAGNOLO. Don Cardon de Cardona.
CAPPIO. Ará guardato capre tutto il tempo di sua vita, e ora è parente di tutti i grandi di Spagna. Qua non ci è da mangiare né da dormire; va' in alcun'altra osteria. SPAGNOLO. No quiero más que dos anchovas con el aceite. GIACOMINO. Mira dimanda, che vuol mangiar chiodi con l'aceto! In questi paesi non si mangiano queste vivande. SPAGNOLO. «Anchovas» digo, «sardinas» con l'olio.
PASQUELLA. La mia padrona è maritata; e questa sera faciam le nozze; e ho da far tanto ch'io non posso attendere. Aspetta a un'altra volta. Uh come son rincrescevoli! GIGLIO. Alla magnana, ah? Domattina, digo. Non es á si? PASQUELLA. Lascia fare a me; ché mi ricordarò di te, quando sará tempo; non dubitare. Uh! uh! uh! uhimene!
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