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Aggiornato: 16 maggio 2025


Quindi quell'ire di popolo a nobili, legalmente ingiuste, equamente giustissime, ma avvelenate dall'invidie; e adoperate poi dagli avidi di popolaritá, non men frequenti ne' governi liberi che gli avidi di favore ne' principati assoluti.

Così nel secolo scorso, ad esempio, se gli italiani avessero equamente saggiato i benefici spirituali della vecchia religione cattolica e per contro quelli che al paese dovevano venire dai moti spirituali dai quali procede l'Italia moderna, così profondamente diversa da quella che la Chiesa romana avrebbe voluto perpetuare, essi avrebbero giudicato che assai maggiore religiosit

La quistione delle decime, che è grave anche in altri punti della Sicilia, nell'anno 1894 non è ancora risoluta e invano si sforza l'on. Gallo per farla risolvere equamente

Maggiori ostacoli si incontrerebbero per diffondere e regolare equamente il credito, sottraendolo agli usurai e alle influenze politiche, e per organizzare efficacemente il credito fondiario ed agrario, dopo che fu votata e sanzionata la infausta legge bancaria del 10 agosto 1893; ma è materia di cui c'è da occuparsi, perchè molte altre riforme economiche sono intimamente connesse alle facilitazioni che possono venire dal credito equamente distribuito e ad interessi miti, che possano essere sopportati dall'agricoltura.

V'ingannate, cugino. La discendente di Aleramo sa che il grand'uomo si attenne alla marca che gli era stata data in custodia, volle alzar gli occhi, o metter la mira più in alto. E Guglielmo Lungaspada, e Gerberga sua moglie, amarono far lignaggio di cavalieri contenti al più modesto ma ancora assai nobile ufficio di governare pacificamente un popolo di quieti ed onesti lavoratori. Lungi dal pensiero di accrescere il dominio, o di tenerlo raccolto in un ramo della famiglia, lo spartirono equamente tra i loro figliuoli; e dove le citt

Le amministrazioni comunali, infine, vennero condannate e perciò giustificati i Fasci e le agitazioni dalle circolari dell'on. Crispi e del generale Morra di Lavriano ai Prefetti della Sicilia nelle quali s'inculcava d'invitare i sindaci a mettere ogni cura nella compilazione dei ruoli delle tasse municipali, nel ripartirle più equamente e senza violare le leggi, nell'evitare il fiscalismo e le angherie nella esazione, nel sorvegliare la compilazione dei bilanci, ecc., ecc. E i prefetti e le Giunte amministrative, ch'erano stati sordi e ciechi per tanti anni provvidero spesso per rimangiarsi i provvedimenti dopo esagerarono anche chiedendo l'abolizione totale dei dazî di consumo, imponendola contro legge, con lesione dei diritti dei terzi e mettendo le amministrazioni nella impossibilit

MASTRO ANTONIO. Mi no voio tante feste, digo. PRUDENZIO. Non me andate, de grazia, tentando de pazienzia; ché, se ci revoltaremo, vi parerá che non è necessario de stare a vociferare qui come un demente. MASTRO ANTONIO. Mentite pur vu; e, se no me paghé, farò... PRUDENZIO. Odite. Non entriamo in su le parole altercatorie. Parlate equamente, e basta. MALFATTO. Sta' a vedere che faremo alle pugna.

Meglio sarebbe invocarne la riforma e comprenderla tra gli obblighi dello Stato assai più utilmente e più equamente che non si faccia col lasciargli l'insegnamento secondario ed universitario, ch'è un bisogno meno universale della istruzione elementare. Ma purtroppo le classi dirigenti o il governo non apprezzano in Sicilia i vantaggi della istruzione, non ne vedono che i pericoli.

Parola Del Giorno

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