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Aggiornato: 10 novembre 2025
Andarono su su per una diecina di minuti. Ma svoltando a sinistra, nell'internarsi in una specie di viale cupo e profondo, all'altro capo del quale si vedeva come un gran buco d'un chiarore pallido, sentirono un fischio che fece loro rizzar la testa vivamente. Castrenze.... mormorò il prete. Oh, rispose il guercio, fermando il cavallo, e voltandosi. L'hai sentito? Sì. Che diamine vuol essere.
Vedo che lei non sa nulla... e da un lato mi dispiace di dover essere proprio io il uuncio di nuova disgrazia. Cosa diamine gli è capitato? Forse ha perduto qualche altra somma al giuoco? Peggio. Peggio di perdere al giuoco? domandò con sorpresa don Ignazio La dica, la dica. È partito da Milano con quella sua... Ah quella donnaccia francese... forse... la di lei modella? Precisamente.
Chiudete pure rispose Girolamo Bardelli. Una signora vestita a bruno, ch'era in compagnia d'un fanciullo fra i sei e sett'anni e ritta dinanzi al banco chiacchierava confidenzialmente con l'orefice, esclamò: Diamine! È così tardi?... Vado, vado... Su, Pinotto... Eh, non c'è fretta, signora Merlini disse Bardelli.
Che diamine era successo dunque in lui, sempre d'ingegno così sveglio? non era più quel Peppe d'un tempo che aveva ideato quel bel tiro delle posate? E un giorno a quest'idea gli si presentò davanti agli occhi la figura losca di don Castrenze.
Di mattina! che diamine? rispose Michele. Bisogna stare in gambe. Se il signor Lorenzo sapesse che comincio così per tempo a bere, mi manderebbe a quel paese; e ne avrebbe ragione, perbacco! Ma voi non siete mica un servitore! Oh, questo poi è verissimo. Sono un amico, anzi il cane di casa, e non c'è allegria nella quale il vecchio Michele non ci abbia la sua parte.
La sera sul tardi escono assieme, vanno all'Acquasola. Qui diede in un riso sguaiato. Una bella coppia.... sai.... Certo rispose Drollino, una bella coppia.... E la Duchessa? continuò Battista se lo sapesse!... Io dico che se lo sa stavolta, gli riprende tutti i soldi che gli ha dato e lo manda al diavolo.... ammenochè.... non si consoli. Come?... Eh, diamine! facendo altrettanto.
Ed io sostengo, ch'essi hanno a bastare, e piegò la persona per sollevare il coperchio dello inginocchiatoio; ma ad un tratto si raddrizzò interrogando: Verdiana, che diamine mi diceste ieri sera? Che la farina del diavolo se ne va in crusca?
Ma scusa disse Zonnini a Varedo, che tu parta stasera o domattina, se non vieni domani alla Camera per me è lo stesso. Bisogna ch'io lo sappia. Te lo farò sapere, diamine. Presto. Prestissimo. Magari con un telegramma. Me ne incaricherò io dichiarò San Giustino. Ma non partir
La contessa di Mallare non sa capire come il capitano Trocchi di Costigliole ancora non sia venuto, mentre per solito a quell'ora non manca mai; la marchesa Santelmo, a sua volta, domanda a sè stessa dove diamine si sia cacciato il giovine baroncino di Cherasco, e sente il cuore tenagliato da un'indistinta gelosia.
Chi diamine sar
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