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Avendo finalmente collocata la figliuola in collegio, mi decisi di partire immediatamente per la Valtellina, sollecitato anche da lettere pressanti dell'Agata, che mi annunziavano un progressivo peggioramento nella salute di suo padre.

Quando il mio casinetto mi parve in ordine, pregai le signore Bruni di volerlo onorare d'una visita, anche per favorirmi i loro consigli sulle ultime disposizioni. Accettarono con piacere la mia proposta, e v'andammo insieme; ma mentre mi aspettava dei complimenti sul mio buon gusto, dovetti invece subire le giuste critiche dell'Agata.

La mia fredda indifferenza ispirandole piena fiducia, essa si era abbandonata senza timore, e senza sospetti, a studiare il fenomeno interessante della caduta d'un Milanese in Valtellina. Ma non si scherza col fuoco, signorine!... ed è certo che l'amore intenso che ardeva nel mio petto per la contessa Savina emanava un calore latente, che pervenne a scottare il cuore dell'Agata.

La Veronica non si saziava di contemplare la bambina e di accarezzarla: Come è bella... e grande... essa ripeteva; mi pare proprio impossibile che sia vostra figlia! Mio zio mi chiedeva conto dell'Agata, della suocera, della malattia del signor Nicola, del parroco, del dottore, e di tutte le sue conoscenze.

Da tali confidenze venni anche a scoprire che la simpatia dell'Agata sul mio conto fu dapprima combattuta da' suoi parenti, e ritengo per fermo che ciò abbia contribuito non poco a sviluppare l'amore successivo, perchè le figlie d'Eva conservano sempre una tendenza ereditaria pel frutto proibito; perciò avviene sovente che l'opposizione ad un matrimonio fa l'effetto del mantice nella fucina: ravviva la fiamma.

D'altronde le idee dell'Agata erano assai modeste. Essa non aveva che un solo desiderio: trovare un marito che non fosse un piffero di montagna, e vivere vicino ai genitori, nel villaggio ove era nata, occupandosi del suo compagno, dei figli, coltivando i fiori, allevando degli animali, e rendendo tutti felici, uomini e bestie. Era convinta che non occorre cercar la felicit

L'amor figliale davanti al letto del padre moribondo assopiva tutti gli altri sentimenti nel cuore dell'Agata, la quale mi domandò poche cose di Milano, che non avessero diretto rapporto con nostra figlia, e si tenne paga delle mie risposte sommarie.

Finalmente lo zio essendo partito pei bagni di Bormio senza rompere il silenzio su tale soggetto, il mio umore se ne risentì, mi parve una ingiusta diffidenza, me ne crucciai fortemente, e per qualche giorno mi fu impossibile di nascondere l'uggia all'occhio chiaroveggente dell'Agata.

Com'era bella, alla luce del cero, Elisenda, in vesti bianche! I suoi capelli parevano ambra pura, e le sue mani avevano il morbido contorno dell'agata lavorata; poi, strana cosa, eppur leggiadra, le sue labbra non erano porporine rosee, ma quasi bianche, e, assai divise nel mezzo, parevano composte con quattro foglie di tuberosa. L'adorazione d'Estebano s'era volta da Dio ad Elisenda.

Mi parve di udire ne' suoi accenti la voce dell'Agata quand'era ragazza, dopo d'aver sentito nelle sue rivelazioni il mio cuore giovanile rivivere in lei!... Dopo una breve pausa ripresi il mio posto, e le dissi: Non hai dunque pensato mai alla distanza che divide la tua modesta famiglia dal nobile casato dei Montegaldo? Oh pap