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Non era troppo, per intraprendere il gigantesco disegno che gli era balenalo in mente: recarsi a Roma ad apprendervi il disegno. Vi andò. Consumò i pochi quattrini che gli rimanevano, ma divenne allievo dell'Accademia Romana di belle Arti. Patì di fame, ma visse, e crebbe artista. Questo racconto s'intesseva con cento episodii burleschi, ch'egli narrò sorridendo.

Il 2 dicembre di questo stesso anno, nel Ducezio, giornale dei liberali di Noto, si lesse: «Apparve testè coi tipi dell'Accademia in Modica, la Vita di Fausto Socino, lasciata inedita da Polo Brancato di Pozzallo. Amaramente delusi nella nostra aspettazione, non possiamo che augurar l'oblio ad un libro indegno; perocchè vi leggemmo non un'apoteosi o almeno una difesa dell'onorando sienese, sibbene una trista e gesuitica filippica. Da Brancato, gi

«Il 22 marzo ricorrendo un'adunanza dell'Accademia della Crusca, e tra le altre cose dovendo nominare un socio corrispondente in luogo del Giordani morto di fresco, fui io quegli che proposi il Guerrazzi dichiarando, che intendeva onorare lo scrittore, e non punto adulare l'uomo potente.

Sono ammesso alla scuola dell'Accademia. I professori sono contenti dei miei progressi. Un corno! esclamò lo zio furibondo... Poichè tu non sei capace di spacciar eloquenza alla ringhiera del foro, spaccerai pepe e cannella al minuto al banco della mia bottega. Sarai droghiere come tuo zio.

Ti sia passata tanto roba per le mani, vuoi dire? Ma bada, Ariberto, non è mica necessario che tu abbia rifatto in questo piccolo spazio di tempo tutto il cammino fornito in quarantanni di vita operosa. I casi trascorsi ti sono passati per la fantasia, come fanno le immagini sui vetri d'una lanterna magica. Del resto, i più recenti studi dell'Accademia di Francia, hanno posto in sodo che i sogni, anco i più lunghi, avvengono nell'ultimo periodo del sonno, cioè a dire quando il sangue incomincia a rifluire verso il cervello, per rinnovare tutti i fenomeni della vita sensitiva. Ai nostri tempi il sonno era creduto una forma di congestione cerebrale: ed è invece tutto all'opposto. Non ti faccia dunque meraviglia se queste immagini del passato, così lunghe a ricordarsi, per l'uomo desto, nella loro progressione ordinata, siano invece così veloci e mutevoli per l'uomo dormente, o allucinato. Non impacciati dai necessarii ritardi dalla parola e del moto, i tuoi nervi hanno adempiuto in breve al loro duplice uffizio, attivo e passivo, e tu hai potuto vedere ed operare, senza durar la fatica inerente a questi due atti. Vedi, ti spiego alla buona gli arcani della scienza; lascio da banda tutte le parole barbare, che te la renderebbero più autorevole nella sua oscurit

Ella rimaneva quasi tutto il giorno nella propria camera, egli aveva accettato la presidenza dell'Accademia Benedettina, come un ultimo modo di passare il tempo nel riordinarvi la biblioteca, prostrando in questo lavoro materiale le ultime ribellioni dei propri ricordi. Talvolta il loro appartamento troppo vasto li spaventava.

Nelle sale del Caffè Storchi i compagni dell'Asso di cuore non pretendevano di far dell'accademia, della politica, dell'economia sociale; ma semplicemente divertirsi nel miglior modo, ciascuno secondo i propri mezzi e le proprie facolt

Autore dell'Immortel, satira spietata ed eccessiva dell'Accademia francese, esecutore testamentario del De Goncourt per l'altra Accademia dei Dieci che dovrebbe essere il contr'altare dell'Accademia dei Quaranta, gli era toccata ultimamente anche la consolazione di un primo sfavorevole giudizio dei tribunali verso gli avidi eredi del fondatore.

Fra i poeti che destarono maggior entusiasmo nel giovine Manzoni vuol essere ricordato, per l'appunto, questo Lebrun. {P. D. E., da non confondersi con un altro poeta Lebrun (P. A.) nato nello stesso anno, in cui nacque il Manzoni, morto membro dell'Accademia Francese, di cui il Dumas figlio ebbe a tessere l'elogio insieme col D'Haussonville. Questo Lebrun ebbe pure una gloria precoce, cantò pure le vittorie napoleoniche, e ottenne perciò anch'esso una pensione annua, ma di soli 1200 franchi.} Egli era nato nel 1729, e s'era acquistato fra i suoi contemporanei il nome di Pindare francais. A quattordici anni aveva gi

Anche la mia idea piace, è accettata dal maestro capobanda, e acclamata da tutti. Da tutti? mi spiego; anche qui mi è mancata l'approvazione di Galatea, o, se pure l'approvazione c'era, non mi è stata manifestata nelle forme convenienti. Ma che cosa ne sa Lei, dell'accademia? mi chiese ella poco dopo, con la sua aria scontrosa. So tutto io, signorina; il mio angelo mi dice tutto; risposi.