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Aggiornato: 3 giugno 2025
Venne li giorni passati il fedelissimo Giacomo Nores interprete pubblico, alle porte dell'ecc. Collegio, a dar conto dell'arrivo in questa citt
Garibaldi fu attaccato non attaccò, e giudicando pericolosa la ritirata e per di più disonorevole, prese posizione difensiva, in attesa dell'arrivo del grosso delle nostre forze. Si tenga in mente che Garibaldi era all'avanguardia, e si trovò senza provocarlo alle prese col nemico; in quanto all'ordine di non attaccare, Garibaldi ha sempre dichiarato sul suo onore di non averlo ricevuto che tardi, quando gi
Dal momento dell'arrivo dei due fanciulli, tutto era cambiato. Pietro, rimasto sbalordito, sedotto sulle prime, s'era poi come innamorato dei due innamorati. Li serviva come avessero appartenuto alla famiglia dei suoi padroni. Le sue giornate ora erano riempite; la sua vita aveva uno scopo. S'occupava di loro più che poteva; nelle ore di solitudine, o a mensa con la vecchia donna, stava forse più pensieroso che per lo passato, ma si sentiva meno triste. Quali fossero i vari pensieri che passavano in quella sua testa curva, non è certo facile l'indovinare. Senza dubbio, egli doveva, malgrado la contentezza che provava per quel poema vivente venuto ad illuminare la sua monotona esistenza, essere molto imbarazzato se tentava di spiegarsi l'arrivo straordinario di quei due. Ma, lo ripetiamo, non sapremmo proprio dire a che cosa riflettesse, quando se ne stava con la fronte in mano seduto vicino al focolare spento della vasta cucina. Supponeva forse che fossero amici del principe? Una o due volte aveva rispettosamente rivolto al giovine qualche domanda in proposito; ma ottenendo solo risposte assai incerte. Ma non poteva dubitare che quei due sposi (li credeva tali) fossero altissimi personaggi, e che il suo padrone sarebbe stato onorato di ospitare nella sua villa; benchè nel modo ch'erano giunti, nella loro taciturnit
Ugo, tale era il nome di colui, rispose che il castello racchiudeva parecchi prigionieri, ma che non rammentandosene nè la figura, nè il tempo dell'arrivo, non poteva darle informazioni precise.
(scena di movimento tra tutti, intanto a fare gli ultimi apprestamenti per la solenne festa dell'arrivo dell'Americano, D. Nzulu, aiutato da D. Liddu, D. Iacu e D. Nittu, finisce d'addobbare una specie di palcoscenico, che è un'alta predella, in fondo alla scena, nell'arcata di centro; dietro una tenda, in fondo, si aprir
Dove va il signore? All'albergo? No; mi fermo qui, al Caffè. Riparto col direttissimo delle 9 e 15; verrete a riprendere il bagaglio qualche minuto prima dell'arrivo del treno. Stia tranquillo: alle 9 e 10 sarò da lei.
Alla vigilia dell'arrivo dei Francesi nel Veneto gli oltremarini avevano 24 delle loro compagnie dislocate in Terraferma, con una forza complessiva di 1648 uomini compresi i rinforzi dovuti alle craine .
Alle 5 di mattino del 9 maggio il nemico si mosse all'assalto delle posizioni occupate dai nostri i quali sostennero l'urto senza cedere un palmo di terreno, mantenendo un fuoco assai ben nutrito fino alle 4 pomeridiane in attesa dell'arrivo del Durando.
Fino dal primo momento dell'arrivo di Garibaldi a Firenze, una parte della popolazione di Bologna, seguendo l'esempio di Livorno, s'era messa in testa di volerlo per suo generale; e con una clamorosissima dimostrazione ne aveva fatto formale domanda al cardinale Luigi Amat, capo allora di quella Legazione; il quale, per schermirsi e quietare il tumulto, fu costretto a dare buone parole. In questo mentre l'Amat è richiamato a Roma, e gli succede, come Prolegato, il conte Alessandro Spada, che arriva a Bologna la sera del 6 novembre. L'invio de' 400 svizzeri a' confini venne fatto da lui e dal barone De Latour, generale in capo delle milizie pontificie nelle quattro Legazioni. Il giorno 9, in cui appunto seguí questo invio, fu presentata ad essi la seguente fierissima protesta, che mostra quanto i cervelli si fossero riscaldati. È sottoscritta: «Il Popolo Bolognese», e dice: «Bologna chiese al Governo, per mezzo del cardinale Amat, il generale Garibaldi per condottiero della sua legione. Il cardinale rispose annuirvi per sua parte e che avrebbe efficacemente appoggiata in Roma la domanda del popolo: e ciò al cospetto di migliaia di cittadini. Il popolo conosce il carteggio passato fra il Nunzio di Firenze e il Legato di Bologna; nel quale carteggio era chiesto, e consentito per ambedue le parti, l'arrivo del Garibaldi e de' suoi uomini fra noi. L'atto sleale onde è fermato con forze imponenti questo generale ai confini, mette il popolo nel suo diritto di chiedere una spiegazione al Governo, onde non essere necessitato da tanta illegalit
Don Gregorio non disse nulla a Maria dell'arrivo e dei lunghi discorsi fatti quel giorno stesso col duca Prospero; ma coll'eloquenza della convinzione e del cuore ritornò bravamente all'assalto.
Parola Del Giorno
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