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Aggiornato: 20 luglio 2025


Quando Valenzia si risentì, Alberigo Fossano era tornato con frate Lorenzo. Un'ora dopo, in una cappelletta della chiesa di San Francesco, Alberigo e Valenzia, inginocchiati sulla predella dell'altare, vennero da lui congiunti coi nodi indissolubili del matrimonio. La notte medesima Candiano ritornò a Venezia per non ingenerare alcun sospetto di colla lunga assenza.

La povera vergine, esterrefatta dall'atrocissima visione, si rinversò con abbandono ai piedi dell'altare. Non sia vero! Fu scossa. Di nuovo la voce: Balestrate fuoco nelle finestre! E un'altra: Sulle vetriere c'è su dipinta la croce: è la cappella. Ancora la prima: Sconficcate le inferriate!

Per questo appunto la curia gli aveva concesso un coadiutore in don Vincenzo, pretucolo grasso, bracato e piaggiatore, il quale menava la vita facendo della mensa un altare, e dell'altare una mensa.

Dalla stanza, quella dell'altare, usciva una luce calda attraversata da ombre fuggevoli. Sul letto degli uomini felici non nevica mai... disse uno dei tre. Dopo cinque minuti gli amici si divisero. Don Procolo si rintanò nella sua stanzaccia gelata vicino al solaio della chiesa.

All'alba i campioni dell'altare e del trono suonarono a raccolta, ma ci vuol altro per mettere insieme quei coraggiosi adoratori del fiasco italiano, una parte stanchi dalla marcia forzata da Roma a Viterbo e della vergognosa scappata degli altri dal Ciminio.

Don Celso, assistito dal vecchio curato, celebrò per la prima volta il santo sagrifizio; la religiosa cerimonia commosse molti, ma la madre dei prete ne pianse di contentezza. Finita che fu la messa, Rocco e Stella s'inginocchiarono sui gradini dell'altare; don Celso li benedisse, ricevette da loro la sacra promessa, e pronunziò le parole dette dal Signore.

Violet dal canto suo pregava col viso chino sul banco e allorchè si accesero i lumi dell'altare mi disse che aveva tanto pregato di potermi render felice. Incominciò il rito nuziale. Prima di rispondere in tedesco alla domanda del sacerdote risposi , in italiano, e mi pare aver udito pure dalle labbra di Violet un impercettibile .

La duchessina rimase genuflessa sulla viva pietra dell'altare tutto il tempo che durò la funzione, e quando don Vincenzo le avvicinò la sacra particola alle labbra; era tanto commossa che pareva venisse meno da un momento all'altro. Rientrata in casa, ritrovò don Gregorio che l'aspettava; era lui che all'indomani doveva celebrare le nozze.

Prostrato ai piedi dell'altare, egli supplicava nelle lagrime il suo Iddio generoso a concedergli una ispirazione, un raggio di luce che gl'indicasse la vera strada. Che cosa domandava infine? Di poter vivere da uomo onesto, senza ipocrisie, senza vergogna; e di non avere per questo la coscienza scissa, l'anima travagliata dagli angosciosi dubbi.

Ah voi sapete? e lo scudiero s'avanzava strisciando sulla parete che la lampadetta dell'altare lasciava al buio, e vedendo sull'altra l'ombra della sua persona barcollare gigante, continuava: Sapete: tante cose le paiono, ma non sono? Come a dire? Io fui sempre sicuro e fedele. Bonello! Ma sapete quanto vale la vostra testa? Oggi fu triplicato il prezzo.

Parola Del Giorno

serafica

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