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Aggiornato: 6 giugno 2025


Datosi il segnale dalle trombe, tutti gli sguardi si conversero alle due serrate tende da cui dovevano uscire gli attori della mimico-sacra rappresentazione, detta in allora Mistero costituente la parte principale dello spettacolo; il di cui soggetto tolto dalle Scritture, ed allusivo alla circostanza, era il Trionfo di Davide o la Morte del Gigante Golia.

È bensì vero, e noi lo constatiamo senza reticenze, che prima d’intraprendere i lavori del Tempio, Salomone inviò un messaggio al Re di Tiro, col quale ricordandogli l’antica amicizia che lo legava a Davide ed annunziandogli la sua intenzione di fabbricare un Tempio al Signore; lo invitò ad ordinare ai suoi servi di tagliare cedri dal Libano, perchè nessun individuo ebreo sapeva meglio dei Sidonii tagliare e fare viaggiare legnami da costruzione; ma conviene considerare che questo fatto non menoma per nissun modo l’importanza degli operai ebrei, perchè non riguardava che un ramo particolare d’industria dei Sidonii.

Dal loro occhio scendevano le lagrime. Don Davide piangeva e noi, che vedevamo tutto dalla nostra cancellata, eravamo profondamente inteneriti. Si rimaneva a bocca aperta dinanzi alla commozione di tanti galeotti che avevano scannati gli uomini, massacrate le donne, fatto in quattro i padroni e distrutte le famiglie a colpi di coltello.

Fui ben felice nello scorgere i nomi di quei valorosissimi: Masina, Manara, Montaldi, Mameli, Melara, Ramorino, Peralto, Carbonin, Daverio, Davide, Ceccarelli, Cavallotti, Settignani, Minuto, Pelizzari, i Cairoli, i Franchi, Oziel, Bronzetti, Debenedetti, Montanari, Schiaffino, Ciceruacchio. Che nomi! dicevo tra me, e mi pavoneggiavo d'essere stato fratello d'armi di quello stuolo di prodi!

Io, che personalmente lo conoscevo da parecchi anni e che durante il processo avevo ribadita l'amicizia, inquieto del suo silenzio, gridai: Don Davide? Che cosa fate? Dormite? Rispose con una voce cavernosa che non dormiva. Non aveva bisogno che un po' di calma per riaversi da tutte quelle emozioni che stavano per strangolarlo.

Tra tutti i condannati della quinta camerata preferiva don Davide. Il sacerdote nel camiciotto del recluso gli faceva sanguinare l'anima. Non gli pareva giusto che un uomo di «talento», come diceva lui, fosse in prigione per avere del «talento». Don Davide si soffiava il naso sovente a Finalborgo. Aveva preso un raffreddore che gli era divenuto cronico.

Don Davide, se vedete il pollivendolo, mandateci a casa un'anitra, sgrassata, come quella della settimana scorsa. Don Davide, non dimenticate di passare dall'oste, che siamo senza vino. Don Davide, se trovate del pesce fresco, mandatene a casa una padellata. Rientrava ilare e pieno di scuse.

Che c'è di vero, don Davide, in tutto questo? Per capire la portata della motivazione della sentenza che mi ha relegato per tre anni in questo reclusorio, bisogna conoscere la natura del mio giornale. L'Osservatore Cattolico è anzitutto un giornale che si dedica alla propaganda e alla difesa della chiesa cattolica e del papa.

Il suo sistema è questo: mette la testa del paziente sulle ginocchia, gli guarda in bocca, si fa puntare col dito il dente cariato, l'agguanta con la tenaglia e tira. Spesso, nello sforzo, si levano in piedi operatore e paziente e l'uno segue l'altro fino alla parete. A una di queste operazioni era presente don Davide. «Siamo salvi o per lo meno siamo salvi per un po' di giorni.

Ciò detto Davide uscì con precipitazione dalla stanza, prima che la mia maraviglia e la mia titubanza tra lo incorraggiarlo o il distoglierlo da quel progetto mi avessero permesso di articolar una parola. Passai tutto quel giorno in un'inquietudine mortale.

Parola Del Giorno

fuligginosa

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