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Aggiornato: 18 giugno 2025
Oh, mamma! esclamai, gettandole le braccia al collo e chinando desolatamente la testa, sul suo petto ansante. Coraggio! Tuo padre ti vuol bene. Non prendere in mala parte i suoi consigli, la sua insistenza. Il babbo ha ragione, risposi con voce cupa. Ascoltami, Dario! ella soggiunse affettuosamente. E mi condusse per mano verso il canapè forzandomi a sedere accanto a lei.
La famiglia è eccellente intervenne il signor Bardi. Ho inteso parlare della signora Lenzi come di persona caritatevolissima e in segreto; il miglior modo di fare il bene. L'avvocato lo conosco un po'.... gli ho procurato qualche cliente l'avvocato è giovane e vuol godersi la vita.... Brava persona però anche lui. Colto, intelligentissimo, sa mettersi avanti e farsi valere.... Dario lo conosce meglio di me.... Dicono che commetta.... delle pazzie, no.... ma qualche scapataggine.... Dio mio! se non le fa ora che è in tempo. Bisogna che la gioventù si sfoghi. Non sapevo che avesse una sorella. Qui ella trover
Videmi un cavaliere, industre e dotto de' teatri e dell'opere impressario; mi disse che, s'entrassi in un casotto per lui, meco saria Cesare e Dario. Risposi sí, ché vedeva la fame e da tre dí vivea di fieno e strame. Mi fece por sopra un gran carro chiuso questo caritatevol ortodosso, perché nessuno mi vedesse il muso, per non aver pregiudizio d'un grosso.
E se qualcuno degli illusi, come il mio Dario, ne ricevesse conforto e insegnamento a non chiedere alla vita più di quel che essa può dare, e ad amarla anche pel poco che talvolta concede, sarei orgoglioso che la mia opera d'arte riuscisse qualcosa di più che lo studio coscenzioso di una crisi dello spirito di parecchi nostri contemporanei.
Stia zitto, dottore; in famiglia c'è sempre qualcuno che può lavorare per gli altri. Dico bene, signor Dario? Non lavora anche lei, a modo suo? Siamo stati messi al mondo per fare ognuno qualcosa; tant'è vero, che chi non può e non sa fare il bene, fa il male, pur di non stare inoperoso, con le mani in mano. Oh, questo poi! esclamò il dottore, dando in una delle sue rumorose risate.
I darici di Dario re di Persia, i filippi di Filippo re di Macedonia, furono anticamente famosissime monete, ricevute da tutte le nazioni, perché di finissimo oro constavano.
La povera donna sembrava atterrita dalla mia rivelazione. Rizzatasi da sedere, stringendo le mani con le dita conserte, mi guardava senza poter pronunziare altro che il mio nome; e c'era nella voce tanta angoscia, tale accento di rimprovero da farmi pentire di essere stato sincero. Da oggi in poi, disse quasi balbettando, non potrò più stare tranquilla.... Giurami, Dario...!
Ma perchè, invece di domandarlo a Dario, non ci spiega ella di dove si levino i sassolini con i quali s'è baloccato finora? Carlo abbassò il capo e si mise a guardare lo spunterbo dei suoi stivaletti. Bravo, esclamò la mamma, bravo davvero! Stia dunque attento alle mie parole; e tu, povero piccino, smetti di piangere. L'ignoranza non è una colpa: ma l'esser presentuosi e sgarbati, sì.
Ah, Fausta! se tu sapessi!... Che cosa? Parla.... Vorrei crederti.... Parla!... Ma no; non voglio udir niente.... Voglio sentir stringermi violentemente tra le tue braccia! Voglio sentir soffocarmi dai tuoi baci.... se è proprio vero, Dario! Così! Così! Così!...
De parte 147 De non 0 Non sincere 0 Secreta XXVI. Cornet, op. cit. Carteggio del veneto segretario Giovanni Dario, spedito in Persia dal bailo a Costantinopoli, nel 1485.
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