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Aggiornato: 9 giugno 2025


Allora mi alzai, salutai la dama, e quando fui per uscire, Guasparrino mi si fece all'orecchio dicendo: Dimani coll'aiuto di Dio vi manderò quel tale uomo a casa. Che uomo a casa? Quello della galera. Ma che avete le traveggole stamane, compar mio?

Non pensavo ancora di poterlo sposare, ma pensai benissimo che potevo essere la dama per la quale egli scendeva in campo. E se sapesse che piacere diverso, non ancora provato, quando mi mandò quel cartellino dove si diceva, per chiasso, Fornitore di Sua Grazia la marchesina Fiorenza! Su quel cartellino si trovavano insieme i nostri nomi, come sopra una partecipazione nuziale: era scritto!

Il marchese Terigi a que' fa vezzi, perché l'ignobiltá cerca aderenze; far gli faceva di rinfreschi mezzi, per turar ne' lor sen le maldicenze. Ma converrá che alfin si scandalezzi, o ch'egli abbia duemila pazienze; ché tutte le finezze fien mal spese, e rideranno a lungo del marchese. Ecco una dama con belletto e nèi, di settant'anni.

Un nastro della donna fu preferito a un capello di san Pietro . Gl'illustri baroni di guerra, dopo il piacere di scavalcare emuli famosi, e mandarli vinti a rendere omaggio alla Dama dei loro pensieri, non n'ebbero altro più grato che ricevere buoni colpi di lancia o di spada, per sentirsi medicare dalle mani della donna diletta: questo pei laici.

Non avete riconosciuto, diceva il prìncipe, quella dama velata, che camminava ratta a fianco del palazzo reale? .... .... era la principessa di Gorreso: e perchè cotesto piglio d'ironia? Siete un briccone: ne sapete più di me.... e vorreste ch'io sciogliessi lo scilinguagnolo!

La dama che lo attendeva a Genova pareva invece avere la specialit

Da che voi non volete darmi neppure una burba¹ di elemosina, sovvenitemi almeno della vostra compagnia, finchè saremo usciti da questa contrada: sappiate ch'ella va per le guerre della Santa Sede col Re Manfredi tutta piena all'intorno di ladri, e di gente di malo affare; non mi negate questa cortesia, che vi possano guardare sempre benigni gli occhi della vostra dama

Alla mattina sorgendo il Conte per tempissimo si recò in un suo giardino non solo per meditare a mente quieta sugli affari della signoria in quel tempo minacciata di guerra dal Conte di Tolosa, quanto per raccogliere alcune immagini su l'aurora, onde abbellire certa cobola¹ che disegnava mandare alla dama dei suoi pensieri. Vagando così tutto internato nelle sue idee, occorse nel pellegrino, il quale, levatosi anch'egli di buon'ora, s'era portato col

Donna Livia era una bella dama, che dimostrava venticinque anni al più: i suoi magnifici capegli neri, eppure morbidi e fini, formavano un magico contrasto colla bianchezza abbagliante della sua pelle. Ma la bellezza principale di quel volto erano gli occhi, dell'azzurro più puro: grandi, profondi, perfettamente ombreggiati, ma forse un po' troppo severi per una giovane donna. Però i tratti di lei erano poco accentuati; e ciò le toglieva in severit

Essa stava in prima fila circondata dal fiore della gioventù sportiva. Non del paese. La folla cosmopolita. L'ho riveduta tre mesi or sono. Le sue maniere sono di gran dama. Il suo nome figura a capo di tutte le opere benefiche. La sua casa è un modello di eleganza correttissima.

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