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Aggiornato: 23 maggio 2025
A don Pio se mancava la cultura seria, non mancava però la perfetta educazione e la scienza di saper ricevere e di fare con garbo squisito gli onori di casa. Nessuno si sentì a disagio quella sera a pranzo a casa Urbani, neppure Maria, che metteva per la prima volta il piede in una casa aristocratica e conosceva allora tutta quella famiglia. La duchessa pure sapeva ricondurre la conversazione sugli argomenti che potevano interessare il Carrani e il Caruso, e avendo sentito dall'accento che Maria era veneziana, le parlava con entusiasmo di Venezia lodando la grazia e la cortesia delle donne di quella citt
Non dubitare, risposi un po' scosso dall'accento supplicante di Fausta. Avrei voluto aggiungere qualche parola cortese se non affettuosa; ma mi si fermò a mezza gola. E i fiori? ci domandò mia madre, venendoci incontro. Non ne abbiamo trovati, si affrettò a dire Fausta.
Il generale, soggiogato dall'accento energico, dall'occhio fiero e dai baffi magiari di Nullo, ma, suppongo, ancora e veramente più dalla scrollata disciplina dei suoi che l'accolsero fra gli evviva a Garibaldi, rispose con sereno ciglio: Figliuoli miei, con tutto il piacere! Nullo ed io gli cavalcavamo ai lati; da tergo una mano di lancieri.
Cesare, dominato dall'accento e dallo sguardo di Emilio, non osò più contraddire, non osò più rifiutarsi. Secondo le istruzioni date dallo sfidato ai suoi padrini, fu convenuto che il duello avrebbe luogo fra due ore, alla pistola, dietro il campo santo, i due avversarî alla distanza di venti passi, facendo fuoco nello stesso tempo.
Il principe di Schwartzemberg si fermò di corto e squadrò attentamente la fanciulla, cui l'animazione rendeva più bella. E' fu colpito dalla voce, dal sembiante, dal contegno, dall'accento, dalla voltura della frase, dalla limpidit
Una domestica dall'aspetto e dall'accento forestiero, dopo qualche minuto di esitazione introdusse le visitatrici in un salotto molto elegante. E aspettarono. Aspettarono un buon quarto d'ora, avendo così tutto il tempo di osservare l'arredamento nuovo e corretto, le poltrone che non sembravano tocche, le piramidi di album lucenti nei loro fregi e nei tagli dorati.
In quei giorni, io non vi avevo pensato neppur di sfuggita.... Ma, ecco, ora ricordo bene. Mentre guardavo intentamente quel maraviglioso spettacolo acquatico, due signore si erano fermate un istante vicino a me. Fiorentine, si capiva dall'accento.... Quale di esse aveva quella voce così melodiosa, da spingermi a guardarla? Ed ero rimasto deluso.
Ma questi, che si sentiva punto sul vivo dall'accento sarcastico di Lorenzo, volle aver la rivincita, e rispose con aria burbanzosa: A me non fa caso il perdere. E nemmeno a me, disse di rimando Salvani, fa gran caso sapere se il giuoco sia innocente, o no. Ogniqualvolta potrò aver la ventura di giuocare con Lei, non sar
Nessuna voce femminile mi fece poi risovvenire di quella; ma nel gennaio del 1872, durante una convalescenza, rifeci l'identico sogno, riudii la dolce voce dall'accento straniero. Otto o dieci giorni dopo venni da Lei e Le portai il libro: «Du sommeil et des rêves.»
Mentre i famigli del castello ritornavano sui loro passi, per obbedire ai comandi dello sconosciuto, altrettanto storditi dall'accento di sicurezza della donna, quanto dallo spettacolo atroce che si era parato davanti ai loro occhi, la buona Cia accorreva presso la sua diletta signora.
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