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Aggiornato: 9 giugno 2025
Ci portava alla mattina una minestra per venticinque centesimi, la quale, in galera, potevamo dire buona e delle porzioni di gnocchi di patate che mandavano in visibilio Romussi. Neanche la mia cuoca saprebbe cucinarli così bene!
La sera, prima che la famiglia uscisse in gala per recarsi al Caffè d'Europa, la piccola Agnese, che serviva in casa da sguattera, da cuoca, da cameriera e da bambinaia, veniva sempre lisciata e vestita di tutto punto dalle mani stesse della contessa Orsolina, che si assoggettava, non senza dispetto, a quella disgustosa operazione, pur di tener alto il decoro della casa. È da sapersi poi che la Contessa la chiamavano tutti Orsolina, col diminutivo, soltanto perchè ciò le faceva piacere; ma, in verit
Un giorno gli caddero molte lagrime sopra due quaglie, le cui compagne erano state consegnate alla cuoca della signora Fanny, e allora pensò: Ma perchè piango io, sciocco che sono mai? Se quel povero colonnello fosse in vita, allora sì avrei da disperarmi; ma poichè il colonnello è morto..., io ben la posso sposare. Pensar questo fu cosa facile.
Ed a voi, eh! madama Pillet? soggiungeva la cuoca del secondo piano. Il signor Pillet degnava sorridere. Quelle visite occupavano un tantino l'ozio dei lunghi giorni di madama Thibault. Ma le notti erano altresì così lunghe, così solitarie, così silenziose! Non piacendole ricevere visite in casa, se ne andava al teatro od a far visita altrui.
Il giorno seguente, uno dei primi tappezzieri di Parigi mobiliò la palazzina con eleganza e ricchezza, e v'installò una fante ed un'eccellente cuoca del Perigord. Il duca, dal canto suo, comprò un piccolo coupè ed un pony irlandese i due formando un veicolo simile ad una rondine e di cui un bel cocchiere inglese incipriato moderava l'ardore.
Poi, poco appresso, quando furono a tavola, Loreta notò subito come il consorte fosse tutt'altro che del consueto umore: parlava poco, rannuvolato in viso, e la premurosa Vige spendeva indarno le sue abitudinarie magnificazioni a' propri manicaretti, che quella sera rimanevano proprio quasi intatti, con grandissima mortificazione al suo orgoglio di abilissima cuoca.
PEDANTE. Andiamo, che fai? LARDONE. Oste, riempi il ventre di questa porchetta di ficedole, tordi e altri uccelletti che, aprendo il ventre, si cavino ad uno ad uno, come uscivano i greci dal ventre del cavallo di Troia; fa' che si cuoca col suo succo e con quella sua crostina tenerella. Ahi, che non vorrei mai perderla di vista!
La cuoca, rispose il domestico, si è gi
Allora si metteva a tavola, e mandava giù, senza pure addarsene, il pranzo raffreddato. «Povero signorino!» diceva la cuoca, e almanaccava le disgrazie che avevano potuto ridurlo in quello stato; Antonio lo serviva senza far motto; la mestizia dell'ospite pareva ai custode la cosa più naturale del mondo.
Lidia non era in questo affatto indulgente, e un giorno in cui la signora si lamentava perchè avevamo licenziata la cuoca, Lidia le fece capire che sarebbe stata ottima cosa non si fosse più fatta vedere, nè ai martedì, nè in altri giorni della settimana. Era donna, Lidia oramai; così donna da inquietarmi un poco per la seduzione inconscia ch'ella esercitava sui miei amici.
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