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Aggiornato: 26 giugno 2025
Matteo Cantasirena dichiarava in quella lettera di avere ricevuto da Pietro Laner di Crodarossa lire ventimila, e si obbligava di restituirle entro un mese, cogli interessi al sei per cento. A voi. E il direttore gli porse il foglio; l'altro non si mosse. Se invece del sei per cento, volete il sette, siamo ai vostri ordini.
E la signora Angelica e la signora Rosina, che non avevano nessuna fretta di vederlo partire da Crodarossa, di vederlo toccare il suo libretto della Cassa di Risparmio, si ostinavano ogni giorno più nel loro mutismo, per non essere obbligate a far domande, a spingere il nipote a prendere una risoluzione, come avrebbero dovuto fare, ma come non avevano voglia di fare.
A questa domanda inaspettata tutta l'animazione e la gioia di Pierino svanirono d'un tratto; e a voce più sommessa, con qualche reticenza, raccontò al Direttore in che modo era partito da Crodarossa e come aveva lasciato le zie. Ho detto che andavo a Trento e da Trento ho scritto che venivo a Milano. Riceveranno soltanto stasera la mia lettera.
Si sentiva indebolito, fiacco, era malinconico e triste; e leggendo quel manifesto, vedendo il suo nome e col fantasma di Evelina sempre fisso in mente, tornò a pensare con un brivido di terrore superstizioso che aveva proprio ricominciato a vivere di venerdì! Ah, come avrebbe voluto ritornare a Crodarossa!... Ma non osava più parlarne: Evelina scoppiava subito in lacrime.
La signora Angelica e la signora Rosa, piombate da Crodarossa a Milano, spinte dal presentimento, dal dubbio di una disgrazia, vi ritrovavano invece il loro Pierino rimesso in gamba, colle ventimila lire ancora intatte, e "vicinissimo a farsi uno stato magnifico, sotto la protezione del signor commendatore direttor."
Invece Evelina, poco prima dell'epoca fissata, cambiò di parere e scrisse un'altra lettera a Crodarossa. "Per il molto lavoro sopraggiunto al mio Pietro, il quale del resto trova un gran giovamento dalla sua cura idropatica, dovremo rimandare ad altra epoca il sogno.... il bel sogno di Crodarossa." "È un destino così!... Non posso esser felice, pienamente felice, mai, mai!"
"Pierino era di un'indole troppo irrequieta e vivace; aveva del talento, ed era stato allevato troppo bene, perchè omai potesse ancora adattarsi a fare il sarto o il calzolaio, e a lavorare la campagna. A Crodarossa avrebbe finito col diventare un fannullone, un vizioso.
E così anche quel suo ultimo barlume di speranza, riposto in Domineddio, nella Madonna, era svanito. Pietro Laner era nato nel Trentino, a Crodarossa.
Che direbbero, che farebbero la zia Angelica e la zia Rosa, quando fosse capitato a Crodarossa senza le ventimila lire, senza un soldo.... e invece colla sposa?... Una signorina in cappellino e che non sapeva far altro che suonare e cantare?... Dio! Dio!... Ma come non ci aveva mai pensato? E Nora? Se anche Nora dicesse di no?
E i tridui, collo sparo dei mortaretti, e la Settimana Santa, col fracasso dei mattutini, e il mese di Maria coi fiori e i canti al Santuario di Crodarossa, erano le sue feste, i suoi divertimenti ai quali pensava e si preparava con gioia da un anno all'altro.
Parola Del Giorno
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