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Aggiornato: 23 giugno 2025
Oh mio Dio! credete non si sappia che voi amate donna Livia?... Bel segreto! Il conte non potè rispondere.... Sì, voi l'amate, proseguiva la principessa; ed ella si rise di voi, come del resto si rise anche del duca. Spiegatevi chiaramente, donna Maria; o che io esco all'istante dal vostro palazzo.
E Virgilio rispuose: <<Voi credete forse che siamo esperti d'esto loco; ma noi siam peregrin come voi siete. Dianzi venimmo, innanzi a voi un poco, per altra via, che fu si` aspra e forte, che lo salire omai ne parra` gioco>>. L'anime, che si fuor di me accorte, per lo spirare, ch'i' era ancor vivo, maravigliando diventaro smorte.
PEDOLITRO. Anzi, ella dice esser quella che non è, e niega quella che sia; e ancora persevera nella bugia. CLERIA. Anzi, tu pur ardisci d'infamarmi, che sia serva d'un alloggiatore. PEDOLITRO. Non sei dunque Sofia? poveretta, perché inganni te stessa? CLERIA. Non piaccia a Dio che fussi Sofia, che tu dici, che sería serva d'altri e non figlia d'un gentil uomo. PEDOLITRO. Ancor credete a costei?
Sì certo, io stesso; proseguì il vecchio; ma uditemi ancora. Se questo segreto fosse in mano di Lorenzo Salvani, o nelle vostre, vivrei sicuro, come se non fosse uscito ancora dal profondo dell'anima. Eppure, da pochi giorni appena conosco il Salvani; voi da quest'oggi! Ma voi giovani egregi, non siete più ignoti, nè recenti amici per me. Credete voi che il volto non abbia la sua eloquenza? che l'onest
Credete voi, M. Claret, che gli uomini di genio s'incontrino così per le vie come i poliziotti, eh? Ebbene, quando io ò estorto una parola, quando io ò annasato un tantino nei dispacci, e colto una frase alle porte, io vi dico: M. Claret, oggi vi sar
Il Signore disse che tutti gli uomini sono fratelli. È a questo che pensate? domandai timidamente. No rispose mio cugino, senza adirarsi penso che tutti dovrebbero salire la loro erta. Egli aveva un modo di pronunciare certe parole come se fossero più grandi delle altre. Comprendo. Tutti devono lavorare nella misura dei loro mezzi. Credete di comprendermi, ma non mi comprendete ancora.
Un caso che non so ancora spiegarmi, o che potrei spiegarmi troppo bene, le ha condotta davanti la vostra innamorata. Doveva ella non darsene per intesa? Conoscete assai male le donne, conte Gino, se credete che possano tollerare queste offese al loro amor proprio. Ah, manco male! esclamò Gino. L'amor proprio, che non è punto l'amore! E che perciò?
«Ma che colpa ho io commesso? Perchè infliggermi questo gastigo? Che cosa ho io fatto a voi, od ai vostri?... Dicono che la gelosia sia un orribile tentatore, un truce consigliere; no, non lo credete! dite a tutti che non è vero! Ecco: il rispetto tremante, l'angoscia paurosa che io provo dinanzi a voi, si ridestano in me, sempre, alla presenza dell'uomo che voi amate.
Se i morti hanno avuto dei torti, a noi non manca ora la pazienza di perdonarli. Donna Vincenzina esitò ancora un istante come se finisse di consultare il suo cuore: poi riprese: Ci son delle ragioni sacre che comandano il silenzio... Se credete che io non meriti ancora la vostra confidenza...
Così presto? chiese Lorenzo. O che, credete ch'io non sappia fare alla svelta, quando occorre? Son venuto in maniche di camicia, temendo che aveste gi
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