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Aggiornato: 9 giugno 2025


⁸³ Amm. Marcell., I, 208, 10 sg. Di questi avvenimenti interessanti noi abbiamo il racconto, scritto da Giuliano stesso. Nel manifesto, da lui mandato al Senato ed al popolo d’Atene, nel momento in cui, rotto ogni indugio, egli moveva contro Costanzo, il nuovo imperatore narra come sia avvenuta la sua proclamazione. Quel racconto, che ci fa rivivere nella realt

Se non che, quando Gallo, il fratello di Giuliano, fatto Cesare da Costanzo, e investito del governo d’Oriente, si stabilì in Antiochia, gli venne il pensiero, da quell’esaltato cristiano ch’egli era, di togliere il prestigio a quel famoso santuario dell’Ellenismo, e, per riuscirvi, pensò di costrurre, in faccia al tempio d’Apollo, un tabernacolo e di portarvi le reliquie del martire Babila.

Eh, potrebbe darsi appunto che parlasse al biondo novizio di quella tal rivelazione che gli è stata fatta quest'oggi. Il fratello Marcellino ha ragione; entrò a dire il padre Agapito, che era stato silenzioso fino allora. Scommetto che il priore ne fa una delle sue. Che cosa? gridarono ad una voce il padre Restituto, il padre Costanzo e il padre Ilarione.

Ma è certo che questa crise mi fa comodo; oh , mi fa comodo. Ancora l'altro , io lo dicevo alla mia nepote: che pesci si pigliano? Non ti basta questo mesetto di noviziato? vuoi proprio aspettar la tonsura? Confessione preziosa! gridò il padre Costanzo. Eravate proprio voi, il tentatore. Ma almeno non vorrete lasciarci qui su due piedi; entrò a dire il padre Ilarione.

Ma, se egli non era sincero, voleva esser creduto tale, e, pertanto, l’intenzione ironica, a mio parere, deve essere esclusa dai suoi discorsi. Fino alla battaglia di Strasburgo, Giuliano credette di poter vivere in un pacifico componimento con Costanzo. E, dal canto suo, cercava d’infondere nell’animo del cugino la fiducia in lui e nell’opera sua e coi fatti e con le parole. Certo, Giuliano, nei suoi scritti posteriori vuole farci credere che, fino dal primo giorno, mentre egli passava trionfante, nel cocchio imperiale, per le vie di Milano, egli aveva il presentimento della verit

Flavio Claudio Giuliano, nacque nel 331, in Costantinopoli, da Giulio Costanzo, fratello dell’imperatore Costantino e da Basilina, che apparteneva ad una nobile famiglia bitinica, congiunta con uno dei principi della Chiesa, Eusebio, vescovo prima di Nicomedia, poi di Costantinopoli.

La corte di Costanzo era stata tutta cristiana, perchè Costanzo era un cristiano intollerante, che non avrebbe permessa, vicino a , la presenza di un cortigiano che fosse rimasto fedele alla religione antica, e cristiani erano, dunque, gli intimi suoi consiglieri di cui Giuliano si prese vendetta. Ma ci voleva davvero l’acciecamento partigiano di Gregorio per insinuare che Giuliano, nell’infliggere le pene, era spinto non gi

Se non che, i progressi di Giuliano negli studi e la simpatia ch’egli destava cominciarono ad insospettire Costanzo. «Temendo, dice Libanio, che una citt

⁹⁴ Amm. Marcell., I, 215, 10 sg. I due messi di Giuliano, Pentadio ed il fidato Euterio, raggiungono Costanzo a Mazaca, citt

Il buon Costanzo invece andava in estasi dinanzi a quella tela; e mentre il suo giovine amico sentivasi il prurito di farvi col mestichino un largo squarcio, egli lo preconizzava come il capo d'opera della Esposizione.

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