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La folla, ondeggiando e rimescolandosi, si stringe intorno al pulpito. Le parole dell'oratore non giungono fino a me. Mi faccio innanzi per intendere qualcosa. ....Il potere temporale del Papa, egli esclama, è caduto! Un tuono d'applausi. È caduto nella polvere! grida una voce tra la folla, e un braccio convulso si solleva, e si agita, al disopra delle teste.

Sapevo benissimo ciò che voleva farmi intendere e la credetti una vendetta della sua gelosia. Tentava egli avvelenarmi l'avvenire? Lo interruppi con ira, ne lo accusai. Egli protestò, convulso, pallido come un morto. Replicai, mi rispose.

Allora soltanto, con un atto breve, quasi convulso, la smorta signora faceva saltar via la busta lacerata e leggeva la lettera tutta bruciante di passione che il suo amore le scriveva.

Pietro commosso, acceso, esaltato, sporgendosi con un piede giù dal letto, cingendole con un braccio la vita esile, strinse Evelina fortemente, appassionatamente.... La faccia, la barba lunga, ispida, toccò, il collo, il seno ignudo.... Sussultando, arrossendo, Evelina gittò un grido, un riso folle di piacere. Si buttò sul letto di colpo, serrandosi con uno spasimo convulso addosso a Pietro.

S'udì un parlare concitato, poi dei singhiozzi; poi l'uscio si aperse e la signora Rosa uscì per la prima col viso inondato di lagrime; ma neppur il pianto convulso aveva potuto arrossare la sua faccina anemica; era giallina come al solito; soltanto gli occhi natavano nelle lagrime e la faccia era lucida.

Si torceva le mani, piangendo ora fra le braccia di Cesare accorso a lei, commosso della commozione dura e illacrimante dell'uomo. Rimasero stretti un lungo intervallo in amplesso convulso, senza parlare, e tuttavia disgiunti, opposti, nello scatenarsi d'opposti sentimenti per una medesima persona.

Mi buttai ginocchioni, davanti a la sponda del letto, baciando la sua mano esangue, quasi fredda per l'invadente gelo della morte. Perdonami, Fausta! Perdonami! balbettavo convulso, senza lacrime. Ebbe la forza di sorridere e di agitar le labbra, per parlare. Addio!... Muoio.... contenta!

Il respiro si fe' più forte e più frequente; un tremito convulso squassò le membra del moribondo. Poco dopo cominciò il delirio. La ferita del collo e la tumidezza da essa prodotta rendeva quasi inintelligibile quel ch'egli diceva. Erano, per quel che ho potuto comprendere, bestemmie, imprecazioni, a cui si mescolava di frequente il nome spregiativo di «chierica».

Mia soave Elisenda, la chiamava Estebano, mentre il suo cuore batteva convulso come l'ali d'una farfalla trafitta da uno spillo; poi continuava: Posa, posa la tua bianca mano sulla mia fronte e penserò dei poemi! ed Elisenda posava la mano sulla fronte d'Estebano.

, egli proruppe, inconscio. È condannata per sempre.... Come ho potuto odiarla?... È condannata.... Si fermò. Vide l'amante sorgere in piedi, tutta bianca nel volto, tutta agitata da un brividìo convulso, muovere alcuni passi verso di lui, cercando un appoggio; arrestarsi, barcollare....