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Aggiornato: 27 maggio 2025


A questo punto le risa sbardellate divennero convulse, non si sentivano che gemiti e guaiti, pareva che subissasse la camera, anzi la casa; la mimica che accompagnò le ultime parole del dottore era riuscita irresistibile. Bisognava ridere o morire.

Fino al giorno però in cui mio padre venne improvvisamente a disperdere le mie ultime illusioni, io non avevo ancora sentito l'abbattimento così disperato che quel giorno mi faceva singhiozzare bocconi sul letto, brancicando la coperta con mani convulse. Mi sembrava che il mondo fosse crollato attorno a me e che fosse sparita ogni luce. Dario! Dario! sentii chiamare. Era la voce di mia madre.

Vi amo, duchessa e.... vi amo! per Dio! Monsignor Meneguzzi, diventato serio, sgridava e s'imponeva a Pio Calca per farlo tacere e per mandarlo a letto. Pio Calca, brillo davvero, tutto rosso, tutto lustro, tutto molle, voleva la duchessa, chiamava la duchessa, colla voce stridula, rotta, straziata dalle risa convulse che finivano in pianto.

La fanciulla dimenticava le proprie angosce e viveva con l'anima al di fuori, in ispirito nella campagna, tra le chiome convulse degli alberi, che disperatamente si torcevano e ricadevano nell'aria. Quando aveva ben teso l'orecchio ad assicurarsi la sinfonia notturna non fosse soprannaturale, accendeva il lume e si guardava in giro.

Pallide figure dagli occhi sbarrati, dalle membra convulse, ci si agitano d'attorno in crisi nervose, in estasi, in contorsioni, con grida alte o soffocate scoppianti da bocche riarse, fra laceramenti delle proprie carni, mutilazioni e macerazioni, durante una rapida rincorsa di quasi due secoli verso meta ignota e misteriosa.

Alberto! Questi lasciò il collo di Emilio, il quale invano tentava con mani convulse liberarsi da quella stretta; poi, dato un potente pugno sul capo al creduto assassino, Alberto si affrettò a sollevare la moglie. Emilio, gi

Ecco il loro direttore spirituale: un nuvolone nero, panciuto e solenne che semina nella brezza ipocrite benedizioni e sorrisi dolciastri.... Non è più che un pesante idolo obeso con quattro paia di braccia tutte convulse di lampi.

Fuori di me, lasciando ricadere su la spalliera Giuliana inerte, non cessando di chiamarla per nome, mi misi ad aprirle l'abito sul petto con le dita convulse, ansioso di sentirle il cuore.... E la voce gaia di mio fratello chiamò: Colombi, dove siete? Ella aveva ricuperata in breve la conoscenza. A pena in grado di reggersi, aveva voluto subito montare in carrozza per tornare alla Badiola.

Il conte che aveva chinato il capo, lo rialzò. È una menzogna: io nulla sapevo. Non negate... Diego stesso confessò il mercato infame concluso con voi, il cui prezzo, dovevano essere... le vostre stesse... creature... Ignoravo la vostra storia, balbettò il conte colle labbra tremule, convulse.

Queste parole inferocivano il vigore di quell'altro, il quale con una smania rabbiosa lo cingeva delle braccia convulse, strideva, chiamava il cielo, chiamava gli uomini, implorava piet

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