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Aggiornato: 3 luglio 2025


La nota del paggio era girata per la mente a tutti i commensali; epperò eglino, udendola espressa dalle parole dell’adolescente, gli tennero bordone con un cenno del capo.

In un giorno del dicembre di quell'anno, nell'ora che, sparecchiate le mense, i numerosi commensali della duchessa Elena recavansi nella sala dove servivasi l'Alicante e il Lagrima Christi, il marchese Palavicino che, com'era indispensabile, trovavasi tra quelli, fu chiamato in disparte da un servo, il quale gli disse attenderlo un uomo in una delle anticamere, e avere una lettera da consegnargli.

Aveva in Haiti il taorib la stessa potenza magica del Sesamo nella novella orientale di Alì Baba? Probabilmente non si trattò che di una coincidenza fortuita. Ma intanto, i commensali di Damiano incominciarono ad uscir dalla sala; pochi minuti dopo, non c’erano neanche più i due padroni di casa.

Al principiare del pranzo, nessuno parlava. Lo stupore imponeva alle lingue. Ma il signore, con una disinvoltura, con una spigliatezza ammirabile, aperse la conversazione e ridonò la loquela ai commensali. Parlava di tutto. Sfiorava gli argomenti più serii con una leggerezza che toccava l'affettazione.

Il domani, dietro mangiare, quando solevano introdursi i buffoni a cantare e spassare, e colle arguzie loro agevolare la digestione signorile, Luchino, voltosi ai tre suoi bastardi, alla moglie, al fratello arcivescovo e agli altri commensali, disse: Voglio che ci divertiamo». E ordina che venga Grillincervello.

I tre commensali, seduti attorno alla tavola mezzo sparecchiata, tacevano, assorti in una profonda contemplazione, e leggermente inebriati, più che dal vino di fuoco che un raggio di sole accendeva nei bicchieri, dalla vista grandiosa, dalla intensa e quasi ipnotica fissazione del perduto orizzonte.

Il Parodi aveva inteso dire d'una discussione sopra il Chateaubriand seguita a tavola fra il Turghenieff, lo Zola, il Flaubert e uno dei fratelli Goncourt; che questa discussione era durata sei ore, ardentissima, e che due dei commensali avevano difeso l'autore del Genio del Cristianesimo contro gli altri due, i quali negavano che fosse un grande scrittore.

A quell'ora, tutte le tavole erano vuote, e solamente in fondo c'era ancora una comitiva di giovanotti eleganti e di ufficiali che si divertivano al giochetto della mela: un giochetto che consiste nel far girare attorno una mela infilata in un forchettone; ognuno dei commensali per turno, con un coltello deve tagliarne una fetta d'un colpo; chi fa cadere l'ultimo pezzetto ha perduto e paga lo sciampagna.

Il giovane diede un'occhiata fra quei commensali, se ve ne fosse qualcuno del suo borgo, o delle terre vicine, per chiedergli di sua madre; ma non v'era faccia che gli tornasse nota. Stette gomitoni aspettando il suo pasto, e pensava che se egli fosse stato in quel luogo a mal fare, di cento volte novanta vi sarebbe stato un testimonio delle sue parti; quando l'oste venne oltre, portando alto un pollo lesso di tal fragranza, che avrebbe fatto gola ad uno, tornato allora allora da un pranzo di nozze. Lo mise innanzi a Giuliano, vicino ad una caraffa di vino paesano, e versatogli di questo, additandogli il bicchiere gli disse: «Questo le parr

Lo strepito, il baccano, durarono un bel pezzo. Quando il duca, per consiglio del dottor Foresti, fu accompagnato nelle sue stanze, quando Sua Eccellenza dovette andarsene in fretta e in furia col Prefetto, con Matteo Cantasirena, coi due segretari, perchè il treno partiva, gli altri commensali passarono dall'entusiasmo per Sua Eccellenza e per l'Italia, a quello più allegro, per l'amabile, per la splendida, per la divina padrona di casa!

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