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Aggiornato: 27 luglio 2025
Così erano passati circa due anni, e a dispetto dei trecento franchi al mese, Enrico O'Stiary era diventato uno dei giovani più brillanti di Milano. Cavalcate, scarrozzate, scherma, cene, club, ballerine, e pur troppo di nuovo, il giuoco nel quale era ricascato con vivo, quantunque inutile rammarico, con profondo, ma pur vano rimorso erano le occupazioni delle sue giornate e delle sue notti.
Era pure Socio Onorario dell'Alpine Club di Londra, del Club Alpino Francese, della Societ
Fu questa nobile iniziativa che lo portò a conoscere il nostro Club. Egli si era rivolto alle Autorit
Al mio club si ricevevano moltissimi giornali, e c'erano degli alpinisti appassionati che raccoglievano tutte le notizie di ascensioni pericolose. Ma nulla di notevole, e sopratutto nessuna disgrazia aveva accompagnato le ultime gite al Monte Bianco. Questo non mi calmò. Conoscevo il carattere di Fulvia.
Così Egli proclamava coi fatti come la scienza debba essere sorella all'alpinismo e che le associazioni alpine debbono avere uno scopo eminentemente educativo, onde lo vediamo darsi a tutt'uomo per l'impianto delle Biblioteche del Club, recar buon numero di volumi alla prima filiale della nostra istituzione in Aosta e sollecitarne l'invio dai suoi connazionali; altri portarne all'Ospizio del Piccolo S. Bernardo, a Cogne, a Valtournanche, ai principali alberghi di montagna, alle guide, ecc....., mentre arricchiva di opere pregevolissime e di valore quelle della Sede Centrale, della Sezione di Firenze, di Agordo, ecc....., facendo sempre qualcosa anche per altre Sezioni nel lungo volger d'anni, dalla fondazione del Club ad oggi.
Ottimo club della buona compagnia, tenuto con magnificenza e poca spesa da tutta la Nobilt
Egli le spiegò ch'era ascritto al Club alpino, che aveva la sua brava aquila da poter appuntare al cappello, ma che in fondo non aveva bazzicato molto con le montagne. Io, che non sono di nessun Club e che non ho nessun'aquila, sono più alpinista di lei osservò Maria, sorridendo. Si sentì il mormorio dell'acqua corrente. Eccoci al nostro gran fiume disse la ragazza.
Ad ogni costo egli avrebbe aspettato di restar solo! Almeno un bacio, ma glielo voleva dare! La Bertù e Gianni Rebaldi stavano finalmente combinando d'andar via insieme, in carrozza. Lui sarebbe disceso al club; lei ci doveva passar sui piedi, tornando a casa.
Pier Luigi, uscendo dal club con Giorgio, lo prese a braccetto e gli disse appena, in via di discorso, che nella sua qualit
Il Vharè pensava a tutt'altro, e Lalla stretta nello scialle, e senza saperlo, pensava anche lei a ciò che pensava il Vharè. Non sono che le dieci e un quarto, disse alla fine Prospero a Giorgio, cambiando discorso, dobbiamo andare al club? Come vuoi; ci fermeremo molto?... No, no. Un'oretta, non più. Sono troppo stanco. Vuoi fermarti al caffè?
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