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Aggiornato: 23 giugno 2025


Lorenzo, dopo avere almanaccato un tratto, fece quello che avreste fatto voi, o lettori, e che avremmo fatto anche noi, in un caso simigliante. L'aperse, e lesse queste poche parole: «La contessa Matilde Cisneri prega il signor Lorenzo Salvani, a voler passare da lei, domani, per cosa urgente; e lo ringrazia in anticipazionePotete immaginarvi come egli rimanesse a quella lettura.

Ora noi chiediamo a tutti quei lettori che si ricordano delle feste di casa Vivaldi: poteva la contessa Matilde Cisneri, poichè aveva la fortuna invidiabile di essere stata invitata, resistere a quella gran tentazione? Tutti, e prime le nostre lettrici, grideranno di no.

Come, signora? Voi sapete.... , so tutto, e non mi riterrò neppure dal dirvi che quella dama.... ero io. Voi, signora contessa! E così dicendo, Lorenzo Salvani la guardò trasognato, come per nuova che giunga inaspettata, sebbene egli stesso, fin da principio, avesse argomentato che l'invito della contessa Cisneri potesse avere qualche addentellato col suo duello di San Nazaro.

Se la nostra lingua italiana consentisse l'uso di certe metafore, diremmo che quella voce sottile ma ferma della contessa Cisneri poteva rassomigliarsi ad una lama di pugnale, che appare così fine, e va diritta nelle carni; che fa un buco da nulla, e tuttavia vi s'immerge nel cuore.

Oh! ma se ne avranno a pentire! pensava egli, stringendo i pugni nel segreto delle sue tasche, mentre la signora Momina gli raccontava la sua gita in casa della Cisneri. E allora gli tornavano in mente le acerbe parole di Lorenzo Salvani nella chiesuola di San Nazaro, e sentiva odiarlo lui più fieramente, più profondamente, che non odiasse il suo vero avversario Aloise di Montalto.

La contessa Matilde Cisneri, che ora è in Francia, abitava nel tempo di questa narrazione una palazzina di l

E infatti, il tocco era passato di poco, che un giovanotto chiuso in una specie di cappa che portava allora il nome di lord Raglan, commetteva i suoi stivalini inverniciati su per la salita della palazzina Cisneri. Giunto lassù, detto il suo nome, e gettato il raglan sulle braccia del domestico, salì nell'anticamera che il lettore conosce.

La carrozza della nobile Ottavia Scotti, vedova Belmosti, si fermò a sua volta, e ne scese la vecchia dama, con Matilde Cisneri, il marchese De' Carli e il conte Alerami.

Quantunque la gente non gli avesse apposto a grave colpa l'essersi malamente diportato in quella sua contesa col Montalto, il Collini non aveva per fermo a lodarsi della figura fatta, e fra le cose che più gli dolessero, c'era questa del non poter più andare dalla Cisneri, e di dover troncare così il suo romanzetto al primo capitolo.

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