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Aggiornato: 30 giugno 2025
Apri un po' gli occhi.... non così, più chiusi.... insomma, non ti sforzare.... E chiudi la bocca, se no c'entreranno le mosche!... A poco a poco, il Natali cominciava a indispettirsi; gli pareva che Luigi Albani si prendesse giuoco di lui. Insomma, vuoi star composto, o mando tutto per aria? Ti prego di credere che sono compostissimo.
E più diceva se Giacomo, con una violenta strappata liberando il braccio, non fuggiva turandosi con le mani le orecchie. Va... va continuava il fiero vecchio; invano ti chiudi le orecchie; le mie parole sono della natura delle stimate del mio serafico patrono San Francesco: bruciano le carni, forano le ossa..... dopo morte ancora se ne distingue il segno....
Vorrebbero guadagnare qualche passo nella misura del terreno. Se ci si provano, chiudi un occhio. Non dubitare, Tristano; magari tutt'e due. No, sarebbe troppo. Quand'è così, uno soltanto; sta tranquillo.
Deciditi, sciocco! Chiudi in una busta tutte queste memorie: suggella, come si chiude una pietra di tomba; e non pensare più al passato: gettati nella vita! gi
Quante ore mancano alla cena? Sta bene. Chiudi l'uscio a chiave. Riaccendi la lampada del thè. Porgimi la cartella di lacca. Avvicina lo scranno di bambù che sta davanti il terrazzo. Siedi. Io scriverò sulle mie ginocchia; ti permetto di appoggiare la testa sul dorso del mio seggiolone; potrai scorgere così più agevolmente i caratteri. Leggi attento. Incomincio.
Per questo credi far grandi cose sol perchè calpesti il fango dell'amaro abisso e scorri sull'aspro vento settentrionale e per il mio servigio entro le vene della Terra ti chiudi allor che il gelo la stringe tutta. Non è ver, signore!
Volgi gli occhi dove si volgono, e mira dove mirano: se s'accostano alla casa, sgombra, fuggi, chiudi le porte, serra le fenestre, puntella dietro, tura i buchi, sbalestra gli occhi per ogni cantone, poni tutti gli occhi della casa in agguato: ché di niuno ho tanta paura quanto di loro.
Corpo disfatto dalle febbri, cuore convulso, aridi labbri vïolastri, sudate chiome, tese al par di nastri neri intorno al terribile pallore; vita che lotti nel disfacimento, io ti penetro tutta, io ti fo mia: chiudi gli occhi, raccogli in una pia rete di sogni il tuo lungo tormento!...
E tu, Madlen, se il tuo cuore di donna perduta vuol conoscere questa femmina bionda, sii veracemente quello che sei, chiudi nel semiriso dello sperdimento le tue palpebre scure, muovi su lei con lentezza le tue braccia innamorate, fa che di te si strugga, e fa di te stessa, Madlen, la perduta che sei...
Oh ti supplico! getta quel libro da cui esce il ghigno di Mefistofele: chiudi quello da cui scoppia il riso tripudiante del mondo: ama quello tra le cui pagine potresti porre, a segno, il fiore che offristi a tua madre.
Parola Del Giorno
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