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Aggiornato: 4 giugno 2025


Allor, gelo in pensarlo, io non so come, Tutte raccapricciar le membra sento; S'alzan lunghe l'orecchie in su le chiome, E allungasi la testa, e cresce il mento; Stendesi su pe'l dorso e per l'addome, Questo cuoio abborrito in un momento; Pendono a terra ambo le mani, e ognuna In un zoccolo vil si chiude e aduna.

Voleva segnare quell'ammasso di capelli coperti di cipria, in cui si frammischiavano fiori e gemme, e involontariamente invece sulla tela ondeggiavano delle chiome bionde sciolte, naturali, che cadevano su d'una veste candida e baciavano una guancia bianca, diafana. La figura che appariva sul quadro era ideale, angelica, bella come un sogno di poeta, con due occhi celesti che ignoravano la terra.

Sotto l'insegne del signor feroce La fiera gioventù mosse le piante, fra 'l comune ardor manco veloce Volle mostrarsi di costei l'amante; Ella percossa di cordoglio atroce Sparse caldi sospir, cangiò sembiante, Stracciò le chiome d'or con dura mano, Fece preghi e lamenti, e tutto in vano.

I preti scorgevansi nel vasto peristilio del tempio; ne uscivan di tanto in tanto per respirare più liberamente, per mostrare al volgo ed alle bigotte i loro abiti sacerdotali di gala; e tergevansi con bianchi lini la fronte, sudante per le fatiche poveri preti! e sorridevano alle innamorate ammiratrici e scotevano graziosamente i candidi piviali, e le inanellate chiome.

Dal fluttuare azzurro delle praterie, emergevano vaporose chiome d'innumerevoli nuotatrici, che schiudevano sospirando i petali delle loro bocche e dei loro occhi umidi. Allora, nell'inebbriante diluvio dei profumi, vedemmo crescere distesamente intorno a noi una favolosa foresta, i cui fogliami arcuati sembravano spossati da una brezza troppo lenta.

65 E seguitò, come egli avea veduto venir Ginevra sul verrone, e come mandò la scala, onde era a lei venuto un drudo suo, di chi egli non sa il nome, che s'avea, per non esser conosciuto, cambiati i panni e nascose le chiome. Soggiunse che con l'arme egli volea provar tutto esser ver ciò che dicea.

Stesa fra il letto e il muro ei la trovò stanotte. Sul cuore un grumo oscuro di sangue; fra le dita la rivoltella; calmo il volto, come in vita; bella qual’era ai lieti anni di giovinezza, quando mirti e roseti non eran freschi come il fior de la sua bocca, il fior de le sue chiome. Nulla lasciò: pure un foglio che dicesse

Imilda non ascoltò più, ed aggrappandosi ai gradini, discinse le chiome, le scompose, con quelle si velò il volto per pudicizia, poi ancora, ma più rassegnata, scongiurò: E se vuoi mandarmi la morte! fa che non sia vergognosa!

Quando fu entrato nella stanza, per quella soggezione che anche i più impudenti plebei risentono dalla vista di arnesi e di stanze signorili, si trasse il cappello, e giù per le spalle gli cadde copia di chiome nere le quali, mescolandosi co' peli della barba, gli davano sembianza di un fiume coronato di canne, come sogliono effigiarlo gli scultori.

Cessa! Di fatuo nome Tal che ti aggira a l'oprar suo fa scudo, Pur che la man ti cacci entro le chiome, E al giogo ti strascini D'onor, di libert

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trotta

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