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Aggiornato: 12 giugno 2025
Sulla via carrettiera mi soffermai un momento: la campagna, nel lontano, mi parve più deserta e malinconica del solito; una nebbiola bassa, come un fumo lieve, le stava sopra e la oscurava un poco. Il dottore mi venne incontro nel cortile dell'ospizio. Con la sua effusione abituale m'afferrò la mano e me la strinse. Vi chieggo scusa se v'ho scomodato. Ma non vi vedevo da tanto tempo!
Ripose ella il libro; ed appena proferita la parola Entrate compariva sull'uscio della camera il signor Basilio, che fece due profondi inchini, col secondo dei quali si avvicinò a madama, che, giusta il costume del secolo decorso, porse la bianca mano al degno cavaliere, il quale la baciò con trasporto, soggiungendo con voce dolcissima, pure alquanto stridula: Vi chieggo scusa, o madama, del disturbo che io per certo vi arreco..., ma non ho potuto resistere al piacere di augurarvi il buon giorno e dimandarvi notizie della preziosa vostra salute, che io voglio sperare non sconcertata dalle fatiche della danza.
Narrar vo' solo ad essi i miei tanti delitti: altro non chieggo: tanto impetrami; va. Dell'onta mia lieta a gioir venga Poppea; l'aspetto. SENECA E che vuoi far? OTTAV. Morir; sugli occhi loro. SENECA Che parli?... Oimè! tel vieterá, se il brami... OTTAV. E un sí gran dono da Neron vogl'io? Ad altri il chieggo; e spero...
«Oh no paura...! credeva fosse il padre Anacleto...» rispose Bianca cogli occhi bassi e colla voce tremante. «Ebbene ripiglio l'Alemanno sono io..., sono io qui, per dirle quello che sa, ma che non ho potuto dirle mai da me..., l'amo, e le chieggo una grazia, quella di dirmi il giorno delle nostre nozze...»
OTTAV. Ahi giusto ciel! tu l'odi?... NER. Havvi chi t'osa rea tacciar d'impudico amor servile: or, per ciò solo io ti ritraggo in Roma. O a smentirlo, o a riceverne la pena, a qual piú vuoi, ti appresta. OTTAV. Oh non piú intesa scelleraggine orrenda! Ov'è l'iniquo accusator?... Ma, oimè! stolta, che chieggo? Nerone accusa, e giudica, ed uccide.
Chieggo scusa balbettava il pover'uomo io solo a Napoli, solo, solo. Così si vive, signor, lavorando. Richter mio buon amico. Poveretto. Improvvisamente un fragore di battimani giunse a noi dalla sala; subito dopo l'orchestra intuonò la marcia reale. La regina entrava. Passarono quattro minuti; nessuno fiatava nel vicolo.
Io ve lo chieggo in nome di questo, ripetè il cavaliere, presentandole un medaglione che trasse dal petto. Era il ritratto del generale Guglielmi. Rosina la baciò fervidamente, ed il cavaliere si allontanò. Fratello e sorella. La dimane della festa la maggior parte di coloro che vi figurarono dormiva tranquillamente; e poichè aveva fatto di notte giorno, era naturale che facesse di giorno notte.
Se mi trovano i vostri, sono un nemico, e mi fucilano: se mi trovano i Borbonici, sono un disertore, e mi fucilano. Ecco perchè vi chieggo di salvarmi. Se rientrate a Napoli, vi fucileranno. Garibaldi è buono disse umilmente il maggiore svizzero. È una vergogna ripetette lei, duramente. Lo so: ma che posso farci? Salvatemi voi. Stamane avreste lasciato morire la mia bambina. Che potevo fare?
Ebbene? chiese Guido, che se ne era accorto. Chieggo scusa al signor padrone.... volevo dire.... Purchè tu lo dica presto. Il signor padrone ricorda che giorno è questo? No, Giuseppe, no. Oggi è il suo compleanno.... Ah! fece soltanto Guido, la cui fronte si rannuvolò. Altre volte.... ai tempi di qualcun altro.... in questo giorno eran fiori dappertutto....
"Ed or ch'io chieggo un verso, una melòde; "Or che una sete mi esagita e rode "Di profumi e di cantici, "Non una lieta immagin mi consola, "E invano alla mia Musa una parola "Io chieggo in elemosina!
Parola Del Giorno
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